Valentina Matvienko, quelle cene di Lucio Pompili in villa

Lucio Pompili, del Symposium, per anni ha curato i ricevimenti della terza carica della Federazione russa: "Ho visto ministri e miliardari , personalità internazionali e locali. Ma Putin mai"

La villa, la zarina Valentina Matvienko e lo chef Lucio Pompili

La villa, la zarina Valentina Matvienko e lo chef Lucio Pompili

Pesaro, 10 marzo 2022 - "Quando vietarono all’elicottero della Matvienko di atterrare sul San Bartolo, il figlio Sergey pensò bene di far arrivare da Londra una Rolls cabrio per accompagnare in maniera adeguata la madre fino alla villa". Le parole sono di Lucio Pompili, titolare del ristorante Symposium di Cartoceto e chef conosciuto in tutta la provincia. Pompili è uno dei pochi che può dire di Valentina Matvienko – presidente della camera alta del Parlamento russo –: "io l’ho conosciuta bene".

FOCUS / Viaggio nella villa della zarina Valentina Matvienko

Come è partito il rapporto?

"Intorno al 2009 quando acquistarono la villa sul San Bartolo a Pesaro. E’ venuta alcune volte con amici russi a mangiare nel mio ristorante e da lì è nato un rapporto durato molti anni".

Che donna è?

"Di buon gusto, molto occidentale, mai arrogante. Affabile e gentile".

Cosa mangiava?

"Era molto attenta e salutista ed anche nelle cene con amici e ospiti si concedeva solo un bicchiere di vino, buono, per non perdere il controllo".

Vino, detta così è facile...

"Direi Sassicaia o Tignanello. Oppure grandi vini francesi. Ma sempre un bicchiere".

Quante volte ha cucinato per lei?

"Diverse volte, non solo nel mio ristorante, ma anche in villa quando aveva ospiti".

Che genere di ospiti?

"Uno che ricordo bene è l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che era appena diventato consulente di Gazprom".

Poi?

"Ho visto passare molti ministri e personalità degli stati del Baltico e della Cina, dove la famiglia aveva interessi".

Tutti ospitati in villa?

"No, solo quelli di primo piano. Gli altri venivano mandati negli alberghi di Pesaro".

Villa da sciecco?

"No, direi una villa di gusto occidentale. Dopo l’acquisto fecero dei lavori interni come il rifacimento del pavimento o degli stucchi. L’abbellirono ma senza sfarzo pacchiano. Una casa da pescatore di mezza collina".

Questo rapporto per quanto tempo è durato?

"Dal 2009 fino al 2015-16".

Poi cosa accadde?

"Il problema era il marito del Matvienko, ex presidente delle banca centrale di San Pietroburgo, molto malato. E’ in una sedia a rotelle e non poteva più muoversi. Lei aveva incaricato la sorella di seguirlo sempre".

Lei è andato anche a San Pietroburgo...

"Ci sono stato per il concerto di Madonna, assieme ad altri colleghi della provincia. Fece organizzare un grande ricevimento ed erano presenti alcuni marchigiani a partire dallo jesino Walter Darini".

Come andò?

"Alla fine venne da me e mi disse: una cosa è andata bene e un’altra male. Mi contestò il cibo servito e io le dissi che erano tutti prodotti fatti acquistare dai contadini di San Pietroburgo. Di fronte alla mia spiegazione cambiò idea".

Il lato positivo del ricevimento?

"Che era andato tutto bene e gli ospiti erano stati soddisfatti per il servizio. Mi allungò una busta con dei soldi dentro, ma io non li accettai. Il tutto senza arroganza da posizione".

Chi c’era alle feste in villa?

"Ad essere sincero credo di non aver visto solamente Putin. Tutto il resto era presente".

Marchigiani?

"Darini che la conosceva bene, poi in alcune occasioni anche l’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi. Di Pesaro, credo un avvocato".

Massimo Bianconi?

"Sì, anche perché da quello che avevo capito lei aveva spostato alcune sue linee di finanziamento proprio su Banca Marche. Che in quel periodo non andava già più bene".

Una montagna di soldi...

"Una donna ricchissima, arrivata a Pesaro con l’intenzione di fare della villa sul San Bartolo un luogo di grandi relazioni. Poi la posizione piaceva, fuori da occhi indiscreti, tra pace e riservatezza. Pesaro e non solo hanno perso una grande occasione...".

Perché?

"Era arrivata con le migliori intenzioni, aveva dato i soldi per i fuochi d’artificio per la festa del porto e aveva anche dato contributi per il Rof".

Poi...

"Poi con la questione dello sterrato che arriva fino al mare – stiamo parlando del nulla – e con il divieto di utilizzare l’elicottero per arrivare in villa, disse che era stata trattata male dalla città. Terminò di spendere i soldi a Pesaro per spostarsi su Riccione dove non so, fra l’altro, quanti Rolex s’è comprata".

Il figlio Sergey?

"Un omone di 2 metri con una moglie bellissima, una ex modella e rock star russa. Lei si alzava e chiedeva un bicchiere di vino. Lui una specie di cavallo pazzo, capace di fare fuochi d’artificio e poi mangiare cosce di pollo con gli amici per cena".

Amici di che tipo?

"Spesso pezzi grossi dei Paesi baltici. Più che cene erano dei veri summit".

Chi ha visto più volte al suo fianco alle serate pesaresi?

"Un tale Aron, il maggior distributore di medicinali della Russia. Arrivarono anche i russi da Forte dei Marmi dove ha una tenuta anche Zelensky".

Anche lui ospite?

"No, io non l’ho mai visto".

m.g