Valentino Rossi, il papà Graziano e Drudi. 37 anni di storia del casco

Aldo il disegnatore racconta la dinastia dei Rossi

Da sinistra, Graziano Rossi, Bertini e Drudi poi il casco di Vale e del papà

Da sinistra, Graziano Rossi, Bertini e Drudi poi il casco di Vale e del papà

Pesaro, 16 dicembre 2017 - Chiariamo subito: la patria di Valentino Rossi è Tavullia, la sua concezione del mondo è di Muraglia, quartiere pesarese dove il padre Graziano ha vissuto gli anni della formazione circondato dagli amici e da un’intera comunità. E’ stato l’humus su cui è poi cresciuta rigogliosa la pianta del gran talento del “dottore”.

Dunque, per conoscere un posto dove davvero il tempo scorre in modo diverso bisogna partecipare ad una delle cene di solidarietà (incasso a beneficio dei bisognosi) organizzate periodicamente da Maurizio Tonucci, “Micio”, di professione parrucchiere, barbiere ufficiale da sempre di “Valentino”, nei locali della Casa del popolo di Muraglia. L’iniziativa parte come omaggio a Graziano, figlio prediletto “muragliese”, così quella dell’altra sera assieme ad una settantina di persone per le quali la moto è il vangelo, per salutare una coppia “di fatto”: Graziano Rossi e Aldo Drudi, quello che i caschi se li è messi in testa e quello che i caschi li inventa e li crea per i “due Rossi”, come dice lui, e per tanti altri.

Il nuovo casco di Valentino Rossi, in stile messicano
Il nuovo casco di Valentino Rossi, in stile messicano

Sul tavolo ci sono due caschi più uno. La coppia era formata dal primo casco che Drudi creò per Graziano pilota nel 1980 e dall’ultimo casco di Valentino nella scorsa stagione: in mezzo ci sta la storia incredibile di ben 37 anni di caschi, ma anche di gare, amicizia a prova di bomba, caschi- simboli e quasi opere d’arte. Molti di quelli che ascoltano sono stati protagonisti e artefici delle avventure narrate, fedeli che seguono una cerimonia della religione che amano di più. Il casco di Vale è reticolato di triangoli e quadrati, simbolo di «ricerca della perfezione» con sopra due piccoli 58 e 39: i numeri Simoncelli e Salom, scomparsi in incidenti di gara. C’è un’anima in quei caschi e con l’anima sono fatti.

Già nel vittorioso rally di Monza “Vale” ha usato un casco “tutto perline messicane” che userà anche nei test invernali. Quello di gara per il 2018 è ancora nella mente degli dei. L’altro casco in mostra era una “guasconata” di Graziano, con lo scuffiotto in lana e le orecchi disegnate ai lati. I piloti sono anche un po’ matti, per fortuna.

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