Valentino Rossi, lupo al laccio salvato in extremis nel suo ranch

Incastrato all'addome. Sono arrivati a liberarlo gli agenti di polizia provinciale e il Cras

Lupo salvato nel ranch di Valentino  Rossi

Lupo salvato nel ranch di Valentino Rossi

Pesaro, 1 maggio 2020 - Prendere un animale al laccio è tra le sofferenze più atroci che si possano causare: più la bestia cerca di fuggire e più la morsa stringe diventando fatale. E’ andata bene al giovane lupo che finito nel laccio posizionato da bracconieri senza scrupoli in via delle Vigne, a ridosso della pista da moto di Valentino Rossi a Tavullia, è ferito ma non in pericolo di vita. A salvare il lupacchiotto, incastrato all’addome, è servito l’intervento tempestivo del Cras, centro recupero animali selvatici Regione Marche, sopraggiunto con gli agenti di polizia provinciale sul posto.

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«A dare l’allerta sono stati alcuni operatori del ranch di Valentino Rossi perché l’animale è stato trovato dentro al recinto della proprietà - testimonia Angelo Giuliani del Cras Regione Marche -. Abbiamo disposto il trasporto verso il centro bolognese di Monte Adone, realtà specializzata per la tutela della fauna selvatica. L’animale era ferito, ma non mortalmente. I volontari l’hanno ribattezzato Valentino, di buon auspicio perché si rimetta presto". La polizia provinciale, sul posto ha fatto i rilievi del caso e informato i carabinieri forestali, che condurranno le indagini per risalire alle responsabilità. Scatterà d’ufficio la denuncia penale contro ignoti per maltrattamento di animali dovuta all’uso di strumenti illeciti che provocano crudeltà e morte, con l’aggravante che a finire nel laccio sia stato un animale protetto dalla legge sula caccia come il lupo. "Mi sento di escludere che chi ha messo i lacci volesse catturare il predatore - osserva Giuliani -. E’ piuttosto probabile che chi l’ha fatto si sia mosso per bloccare cinghiali o ungulati". Appena la notizia si è sparsa, Danilo Baldini della Lega per l’abolizione della caccia, la Lac, ha espresso sollievo per le speranze di recupero del predatore e condannato l’ennesimo vile atto di bracconaggio.