
Il direttore generale dell’Azienda sanitaria territoriale 1 di Pesaro e Urbino, Alberto Carelli, ha fatto visita ieri al comune di...
Il direttore generale dell’Azienda sanitaria territoriale 1 di Pesaro e Urbino, Alberto Carelli, ha fatto visita ieri al comune di Vallefoglia, per un incontro con il sindaco Palmiro Ucchielli e l’assessore alle Politiche sanitarie e sociali, Francesca Sparaventi. Tra i partecipanti all’incontro che si sono riuniti attorno al tavolo della sala della Giunta comunale ha tenuto banco il tema del potenziamento dei servizi della Casa della salute di Montecchio, problema in cima alle priorità del sindaco Ucchielli, sul quale ha tentato di richiamare nei giorni scorsi anche l’attenzione dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, lamentando poi la mancanza di un riscontro.
Sul tavolo, ancora una volta è stata posta da parte degli amministratori del comune di Vallefoglia, il tema della centralità del territorio e della sua posizione strategica tra i comuni di Pesaro, Urbino e la Romagna, la sua elevata densità produttiva e la presenza di un tessuto commerciale attivo, che contribuisce a una costante crescita demografica: fattori che secondo l’amministrazione locale confermerebbero la necessità del potenziamento dei servizi sanitari offerti della Casa della salute di Montecchio.
"La struttura, oggi denominata Casa di comunità, rappresenta un punto di riferimento per circa 50mila cittadini, provenienti non solo dal territorio dell’unione dei comuni Pian del Bruscolo, ma anche dai comuni limitrofi – ha illustrato il sindaco Ucchielli al direttore di Ast Alberto Carelli – . Il comune di Vallefoglia riveste il ruolo di capofila come risulta dagli atti della regione Marche, da cui si evince anche la necessità più volte espressa dalla cittadinanza di potenziare i servizi offerti al suo interno".
Fra le attività da implementare nell’elenco spiccano un aumento dei poliambulatori di medicina specialistica, 20 posti letto con assistenza infermieristica, un maggior numero di medici di medicina generale, l’attivazione dei servizi di medicina del lavoro e dello sport, di assistenza domiciliare e diagnostica, oltre alla presenza di medici a bordo delle ambulanze, con l’obiettivo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso e di ridurre i costi della mobilità passiva per il trasferimento di pazienti verso l’Emilia-Romagna, oggi secondo Ucchielli, valutabili intorno ai 2 milioni di euro annui.