Valorizzate le collezioni come quella donata da Paolo Volponi

Tra le decine di quadri ora valorizzati, tre nuclei in particolare hanno impegnato il direttore Gallo e i suoi funzionari al momento di decidere cosa esporre e dove nel nuovo percorso: la donazione Volponi, la collezione Cassa di Risparmio di Pesaro e le opere legate agli Albani.

L’unico gruppo già esposto da anni era quello dello scrittore Paolo Volponi: esse erano collocate in un lungo corridoio al primo piano, sacrificate a livello di illuminazione. I dipinti, 21 in tutto, furono offerti in due momenti: un primo nucleo di 13 opere dal Tre al Seicento in memoria del figlio Roberto, scomparso prematuramente; la seconda parte, 8 quadri seicenteschi, dalla moglie e dalla figlia nel 2003 in ricordo dello scrittore. Queste opere nel nuovo percorso si trovano subito prima del torricino, divise in due ambienti in base alle due donazioni, con delle luci e un nuovo apparato didascalico che le valorizzano a dovere. Spiccano tra esse veri capolavori come i due David di Orazio Gentileschi e Guido Reni e Lot e le Figlie di Battistello Caracciolo. Si vuole in questo modo dare il dovuto rilievo a Volponi, sia come urbinate che come grande e raffinato collezionista.

Un’intera sala è poi dedicata alle opere legate alla famiglia Albani, quindi settecentesche, estendendo l’arco temporale coperto dalla galleria: si vedono sei tele del Ghezzi prima nei depositi, un ritratto di papa Clemente XI, il suo busto in deposito dall’università e una serie di quadri urbinati collegati alle facoltose committenze della nobile famiglia. Diverso discorso per le tante opere depositate dalla Fondazione Cassa di Risparmio, di vari autori ed epoche, che vanno ad aggiungersi, in questo caso diluite lungo il percorso, a quelle già esposte da tempo: una collaborazione tra enti che arricchisce ancor più il museo. Giovanni Volponi