Vecchio palas, un’odissea lunga sette anni

Ieri la resa dei conti in Consiglio. Stanziato un milione in più, il sindaco sotto attacco: "Malato di annuncite. Costi più che raddoppiati".

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Vecchio Palas, futuro Palascavolini – dopo 7 anni dal primo annuncio e il raddoppio milionario dei costi – in Consiglio ieri si è arrivati alla resa dei conti. Ci vorrà un milione di euro in più per “blindare l’ultimo miglio” di un cantiere “complesso” nella migliore definizione data dall’architetto Giraldi; di un cantiere “lumaca” nell’oggettiva definizione della consigliera di opposizione Giulia Marchionni (Prima c’è Pesaro) e non ultimo, un cantiere “maledetto”, come gli è scappato di dire al sindaco Ricci, dopo che per un’ora il centrodestra si è divertito ad infilzarlo di freccette, avvelenate dall’evidenza dei fatti. "A Pesaro le incompiute non si fanno – ha tuonato Ricci –. Penso che sia senso di responsabilità di tutto il Consiglio comunale completare il vecchio palas. Qual è stato l’errore dell’amministrazione? – si è difeso Ricci –. Aver deciso di riqualificare una struttura che da indagini tecniche risultava ristrutturabile? Aver trovato i soldi per farla? Aver accelerato i tempi visto lo sblocco del Patto di Stabilità? No. Abbiamo sbagliato, io e Belloni, nell’aver appreso le tempistiche che ogni sei mesi chiedevamo ai dirigenti comunali e all’azienda impegnata nel cantiere e li abbiamo comunicati. E’ vero il cronoprogramma non è stato rispettato". A fronte dell’esposto in Procura fatto dal Fratelli d’Italia, Ricci ha osservato, rivolto a Malandrino: "Quando si fanno gli esposti vuol dire che non si hanno argomentazioni politiche". Malandrino ha rispedito la morale al mittente: "La relazione tecnica dei tecnici comunali (molto interessante) ha sottolineato i continui richiami fatti all’impresa costruttrice. Approfondire la verità con strumenti adeguati non vuol dire essere contro la città, ma capire cosa è successo e migliorare le dinamiche per il futuro. La domanda legittima è se i ritardi si sarebbero potuti evitare: magari non puntando soltanto alla gara al ribasso. In sette anni da 4 milioni di euro si è passati a 9,5 milioni di euro una autocritica ce la vogliamo fare?". A Ricci Giulia Marchionni (prima c’è Pesaro) ha diagnosticato al sindaco un’annuncite incurabile: "Una presa in giro dei cittadini". Da tecnico Giovanni Dallasta (Lega) è entrato nel merito. Come una cassandra nel 2019 al Carlino dichiarò: "Appalto destinato a bloccarsi: Le analisi sulla resistenza del calcestruzzo rivelano la pessima qualità. La normativa antisismica ha posto ulteriori vincoli e interventi stringenti per ottenere l’adeguamento. Non penso quindi che il palazzetto sia ristrutturabile se non con costi esorbitanti tra i 7 e gli 8 milioni di euro. Praticamente il doppio dell’importo andato in gara". Ieri come allora ha formulato la stessa domanda: "Capisco il valore storico, ma rifarlo ex novo ci sarebbe costato meno?".

Solidea Vitali Rosati