"Vendite di vino boom Bere per dimenticare"

Mauro Mancini: "Calici serviti per superare i momenti bui". Paolo Del Prete: "Si è riscoperto. il gusto di consumare in casa"

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Prima del lockdown le enoteche vendevano soprattutto ai ristoranti. Durante la chisuura il rapporto si è capovolto: boom di vendite di vini ai privati. E’uno degli effetti provocati dal Covid durante il periodo di chiusura appena terminato. Verdicchio, Bianchello, Sangiovese e Champagne, la gente ha chiesto solo buon vino e in abondanza per bere nelle case: "Abbiamo avuto un incremento della richiesta del venti per cento dal novembre scorso ad oggi, nel periodo coinciso con la chiusura dei ristoranti e dei bar. La gente comprava e beveva a casa", dice Paolo Del Prete dell’enoteca Pane e vino. Ma cosa e quanto hanno comprato i pesaresi? "Vini locali soprattutto, ma non solo, per una spesa media di dieci o quindici euro a bottiglia. Posso dire di avere venduto bottiglie per sei, otto persone a sera. Diciamo che il lockdown ha incentivato la voglia di socializzare, di passare un momento di relax in casa sorseggiando un buon vino che aiuta. La degustazione in casa durante la cena ha sostituito l’uscita al ristorante. Sotto l’aspetto culturale abbiamo riscoperto una usanza dimenticata, che apparteneva forse ai nostri nonni".

Non da meno a Fano dove si è registrato un considerevole aumento del giro d’affari, come conferma Mauro Mancini di "Le vin sauvage": "Sì, la gente ha bevuto bene e di più e continua a farlo. Ci hanno richiesto Bianchello del Metauro, Verdicchio, Prosecco, ma non solo. C’è anche chi, per superare questo periodo difficile, non ha badato a spese acquistando anche Champagne e spendendo anche 50 oppure 60 euro a bottiglia. La gente si è fidata di noi, ci chiedeva consiglio e ha voluto regalarsi un buon calice per superare questi momenti un po’ bui". Ma il vero boom c’è stato per i superalcolici: "Sì, c’è stata molta attenzione sui, soprattutto il gin è stato richiestissimo". Anche a Urbino la gente è andata in enoteca per acquistare bottiglie da bere a casa: "Sì – dice Luca Rusciadelli dell’enoteca magia Ciarla – in questi mesi di chiusura la gente ha comprato più bottiglie. Le persone hanno cucinato e bevuto a casa, non potendo fare altrimenti. Hanno acquistato vini di qualità e anche prodotti da fuori regione, qualcuno anche importanti etichette di Champagne. Ma se da un lato gli affari sono andati bene, dall’altro è crollato il servizio di mescita al pomeriggio. Per mesi non abbiamo lavorato. Ora con i tavoli fuori stiamo riprendendo, ma la gente è ancora diffidente e forse ha ragione visti i tempi".

d.e.