Via D’Azeglio, non si possono fare due marciapiedi?

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Gentile "residente impenitente", va detto che il grado di intensità della vegetazione spontanea di quella zona è diventato uno sei segnali dei cambi di stagione. Ora, per esempio, quel verde è in pieno orgoglio spinto dagli ormoni primaverili che non temono certo gli incerti margini della via D’Azeglio. Il quale disse la famosa frase: fatta l’Italia, facciamo gli italiani, e che oggi potrebbe invece dire: fatta la mia via, facciamo anche i marciapiedi. Non credo sia il caso di prendersela più di tanto per quella situazione "erbosa". Giunge un tempo in cui, come nel romanzo, lui si guarda indietro, rivede le vicende per cui aveva combattuto e lottato, si dà una grattata in testa e conclude: detto fra noi, non me ne può fregare di meno. Ecco, secondo me questo è l’atteggiamento da assumere di fronte a situazioni del genere. Unico vero impegno etico sarebbe quello di prendere una zappetta e andare a pulire da soli. Se poi lei anche i marciapiedi allora è proprio un "putiniano". Perché sprecare periodicamente il fiato per cose che dovrebbero essere scontate da sempre? Dia retta, faccia "l’impenitente" per cause maggiori – "paulo maiora canamus...", come lei ben sa –, l’erba in città farebbe la gioia di Pascoli: "e perderci nel verde...". Buonasera.