Viaggio tra i vaccinati dell’ultim’ora "Prendevo tempo. Ma adesso devo lavorare"

All’hub di Muraglia, dopo l’obbligo di Green pass, sono cresciuti gli appuntamenti per quanti devono ricevere la prima dose. C’è chi temeva effetti avversi e si è tranquillizzato, e chi l’ha fatto ma resta arrabbiato. I medici: "Che ringhi al momento della puntura"

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di Alessio Zaffini

"Lo faccio perché devo lavorare, se non avessi lavorato non l’avrei fatto". Questa è la frase che si sono sentiti ripetere al punto vaccinale di Muraglia dove sta proseguendo la campagna vaccinale contro il Covid-19. In questi giorni, infatti, sono saliti i numeri relativi alle persone vaccinate con la prima dose. Il motivo? L’obbligo di Green pass e la conseguente paura di perdere il lavoro o di non poter accedere ai luoghi chiusi. Così, con l’entrata in vigore dell’obbligo, venerdì scorso, gli hub di somministrazione si sono riempiti di persone disposte sì a vaccinarsi, ma a malincuore e con un certo astio nel confronto delle istituzioni.

"Mi sono vaccinato, ma non sono favorevole né al Green pass né al fatto che sia stato imposto", racconta Andrea Caldari, vaccinato: "Sono qui per la seconda dose – racconta –, ma ho comunque sempre preso tutte le precauzioni per evitare il contagio e non ho mai avuto nulla. Allo stesso tempo non condivido tutti i disagi che hanno creato i vari complottisti. Penso che ormai manchino solo loro all’appello vaccinale". I motivi che hanno spinto le persone a vaccinarsi così tardi, sono dei più svariati: chi ha avuto paura dell’insorgere di effetti collaterali, chi ha temuto il peggio a causa delle fake news dilaganti e chi semplicemente non si fidava. Persone spaventate dalla mancanza di informazioni, che non avevano saputo reperire nei posti giusti, e che covavano una certa perplessità sulla sua utilità ed efficacia. Con l’obbligo tutti questi timori sono forzatamente caduti ed ora si pensa solo a mantenere il posto di lavoro.

"Non ero favorevole a questo vaccino –, racconta un’altra persona –, ma alla fine ho deciso di farlo per la sicurezza mia e soprattutto dei miei genitori, i quali abitano fuori regione e avrei difficoltà a raggiungerli. Inizialmente avevo paura degli effetti collaterali, del fatto che si diceva fosse un vaccino sperimentale. Certamente tanti hanno fatto del terrorismo mediatico e questo non ha aiutato". Secondo alcuni, l’obbligatorietà invece che dare la motivazione che mancava, ha in certo casi contribuito ad aumentare i timori che già giravano attorno ai vaccini. Il maggior dubbio, però, permane attorno alla validità: "A livello di sicurezza si può dire che sia 5050, perché il virus lo si può prendere in ogni caso (anche se le probabilità sono molto inferiori così come quelle di sviluppare forme gravi, ndr), però in modo asintomatico, quindi certo aiuta, ma non protegge al 100%", dice Emy Maccaroni, ragazza pesarese. "Sinceramente ho un po’ temporeggiato, poi, anche per motivi lavorativi, l’ho fatto. Ora sono incredibilmente più tranquilla, ma penso che il Green pass sia un modo sbagliato di porsi con i propri cittadini".

Alcuni invece rimangono assai più intransigenti nei confronti della certificazione verde e del vaccino in generale: "Sono contro, probabilmente non l’avrei nemmeno fatto se non fosse stato per il lavoro", racconta Gerardo Sansico: "È stato tutto troppo veloce perché si possa trattare di qualcosa di sicuro e certo è che il Green pass non aiuta, è un mezzo per mettere paura. Non ci sarà l’obbligo vaccinale, ma questa mossa alla fine ti dà due scelte: o ti vaccini o non lavori più". I medici del centro vaccinale, allo stesso modo, non sanno come fare per tranquillizzare chi arriva nella speranza di esonerarsi dalla fatidica iniezione: "Se ne inventano di tutti i colori per poter evitare il vaccino", dicono i medici vaccinatori Francesco Picardi e Maria Rita Sadori: "Siamo spesso a parlare con i pazienti per dar loro tutte le informazioni. Alcuni si rasserenano, altri quasi ringhiano nel mentre della puntura. Il bello è che qui non ci sono mai capitati episodi di reazioni avverse gravi, al massimo qualche linea di febbre passata nel giro di qualche ora. Siamo molto soddisfatti, invece, del fatto che molti minorenni abbiano deciso di vaccinarsi per poter andare a scuola più sicuri e tranquilli. Solo oggi abbiamo vaccinato 300 persone, tra cui, molti giovani dai 14 ai 18 anni".