Il metodo era quello cosiddetto del "pesciolino". Cioè una barretta in metallo, infilata in una fessura della slot machine, che faceva sì che la moneta che si inseriva per giocare poi fuoriuscisse da sotto, ma attivasse ugualmente il gioco. Risultato: si giocava senza pagare, sempre con la stessa moneta, e alla fine, a forza di giocare, si vinceva. Cifre importanti: da qualche centinaio di euro a qualche migliaio.
Per questo tre albanesi, due di 20 anni al tempo dei fatti (il 2021) e uno di 18, erano stati accusati di furto aggravati e finiti sotto processo. Ma ieri mattina, davanti al giudice Andrea Piersantelli, tutti tre sono stati prosciolti. C’era stata infatti la remissione della querela da parte dei danneggiati, cioè le società che gestiva le slot machine inserite all’interno dei bar colpiti dal trio degli albanesi, società che hanno avuto nel frattempo un risarcimento. Il processo è quindi decaduto anche per uno dei tre albanesi, difeso dall’avvocatessa Francesca Santorelli, il cui assistito in realtà si era sempre dichiarato estraneo ai fatti, anche se era accusato di aver fatto il palo mentre agli altri due amici erano all’opera alle slot col metodo del pesciolino: lui però aveva sempre sostenuto tramite il suo legale che non era a conoscenza di cosa gli altri due amici facessero dentro ai bar.
E i bar danneggiati erano diversi: tre a Fano, uno a Pesaro, e uno a Cartoceto. I fatti, anzi i furti, si erano svolti da luglio a ottobre del 2021, e il sistema del "pesciolino" era stato probabilmente importato dai tre albanesi da altri posti, e applicato, con successo, anche in questi bar della nostra provincia.
Le vincite, almeno quelle documentate dall’inchiesta, andavano dai 600 ai 2mila 600 euro. E le indagini erano partite sia dai bar che avevano notato delle vincite anomale, anche in un’unica sera, collegate alle loro slot, sia dalle immagini di alcune telecamere che mostravano manovre strane intorno alle slot prima che quei giocatori iniziassero a giocare.
Gli inquirenti avevano unito le segnalazioni e alla fine sono riusciti a risalire al terzetto, e a denunciare quindi tutti e tre i giovanissimi albanesi per furto aggravato. Ma il risarcimento fatto ha portato, grazie alla applicazione della riforma Cartabia, al proscioglimento di tutti tre gli imputati. Gli altri due albanesi erano difesi dall’avvocato Andrea Floriani.
Alessandro Mazzanti