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Se il campionato finisse oggi, la Vuelle sarebbe costretta alla trappola dei play-in, uno spareggio che coinvolgerà le sei squadre fra l’8° e il 13° posto e che assegnerà le ultime due poltrone per i playoff. Al momento la posizione di Pesaro sarebbe davvero scomoda perché da 11ª dovrebbe giocare il primo turno contro la 12ª - che oggi è Brindisi - in una gara unica in casa della squadra meglio classificata nella fase di qualificazione. Avrebbe sì il vantaggio del campo, ma l’avversaria sarebbe assai impegnativa. E non basta perché, in caso di superamento del primo sbarramento, si va poi a sfidare l’ottava che rimane ferma in attesa di conoscere la sua avversaria.
Mentre dalla sfida fra la 10ª e la 13ª uscirà l’avversaria per la nona, anche lei esente dal primo turno. Ovviamente il fattore campo nel secondo turno è a favore delle squadre che sono arrivate più avanti in classifica. Ecco perché risalire almeno fino al settimo posto è importantissimo, per evitare di essere esclusi dai giochi per la promozione prima ancora che partano. Una lunga premessa per sottolineare i rischi che si corrono in questo girone di ritorno, nonostante due mesi giocati ad altissimo livello, con due sole sconfitte patite fra dicembre e gennaio, a Cividale del Friuli ad inizio anno e l’altra sera ad Avellino.
Due ko che non sono un caso, perché in entrambe le serate la Carpegna Prosciutto ha pagato dazio sotto i tabelloni: contro la squadra di Pillastrini ha patito la freschezza di Ferrari e la tigna di Dell’Agnello (14 rimbalzi conquistati); contro gli irpini, che hanno preso ben 13 rimbalzi offensivi, la fisicità di Earlington, che ha distrutto King con la sua maggior stazza, e l’altezza di Bortolin, un 2.08 che ha segnato tre tap-in sanguinosi. L’unico che è riuscito a contenere la fisicità dell’americano è stato Lombardi in una serata in cui nè King nè Petrovic hanno trovato una prestazione all’altezza. Mentre Zanotti, dopo i 5’ iniziali non è più stato utilizzato: forse per il problema al polso rimediato nella gara precedente con Nardò?
La lingua batte dove il dente duole: ogni volta che la Vuelle incontra una squadra atleticamente più prestante paga dazio. E siccome da qui alla fine l’aspettano otto partite (su 14) contro squadre che le stanno davanti in classifica - dovrà andare a giocare a Bologna, a Rimini, a Cantù, a Verona ed ospitare Cividale, Rieti, Forlì e Udine - si capisce bene che senza un rinforzo sotto i tabelloni si rischia di mandare in frantumi un sogno che si era riacceso dopo l’inizio tragico. Tergiversare, rimandare, aspettare fino a prova contraria non sono verbi che vanno d’accordo con i sogni.
Elisabetta Ferri