"Wider, aspettate a giudicare"

Dopo le polemiche intervengono Maggi e Fraternale: "Teniamo all’estetica"

"Wider, aspettate a giudicare"
"Wider, aspettate a giudicare"

"Abbiamo chiamato come architetto Alessandro Massari che ha vinto l’Oscar quest’anno nel settore della nautica e cura anche gli interni dei jet privati che realizza la Boing. E’ un fanese che fa spesso la passeggiata di Lisippo e tiene all’immagine della sua città. Smettiamola di guardare un metro avanti, ma alziamo lo sguardo verso l’orizzonte e giudichiamo quando il capannone, con gli uffici che pensiamo di realizzare in legno, sarà finito", dice Marcello Maggi, presidente del gruppo Wider, dopo le polemiche sull’impatto del nuovo edificio.

"Questa è la mia terra e ci tengo che le cose vengano fatte bene – continua –. Noi portiamo, lavoro, innovazione, faremo un’area-incubatore per i giovani come ha fatto Google, abbiamo investito 20 milioni e abbiamo un libro di articoli di stampa di tutte le riviste del mondo dove si parla di Fano e della Wider. Porteremo lavoro anche per le strutture commerciali della città e gli hotel. E speriamo di indurre un effetto trascinamento sotto il profilo estetico anche per le sedi degli altri cantieri nautici della città", conclude guardando i ‘cubi’ che si stagliano lungo, il vecchio porto peschereccio, di viale Adriatico.

Non ci stanno a finire nel tritacarne di una guerra politica, Marcello Maggi come l’amministratore delegato della Wider Fabio Fraternale. E sgomberano il campo da alcune dicerie cittadine: "Perché l’area a noi e non alla Wally – commenta Fraternale –? Perché avevamo già chiuso da tempo gli accordi con tanto di preliminare con il gruppo della nautica guidato da Minnella. Quindi tornare sulla storia della Wally non ha alcun senso. E poi questo comparto è lì dal 2001 e tutti sapevano cosa ci veniva fatto sopra. Non c’è nulla di strano: se uno va a Cattolica trova la stessa cosa, così come trova capannoni fronte mare a Viareggio, Montecarlo, Barcellona o Valencia". "Rimango sconcertato da quanto sta accadendo – continua Maggi –, perché nuoce all’immagine di un brand della nautica di cui parlano tutte le riviste specializzate del mondo".

"Non vorrei – aggiunge – che alla fine gli effetti collaterali di questa vicenda incidessero sul cronoprogramma, perché se qualche ente che deve rilasciare le autorizzazioni e i permessi si mettesse di traverso o ritardare, la situazione per noi diventerebbe critica: abbiamo dei tempi da rispettare o sono penali. E comunque il primo catamarano che abbiamo in fase di realizzazione all’interno dei capannoni della Rivetti lo dobbiamo consegnare per luglio". Con Maggi e Fraternale anche un professionista del sud delle Marche: "Sono qui perché ho un cliente americano interessato ai catamarani Wider", dice.

m.g.