Zona arancione, semaforo verde: tutti in aula

Dal 22 febbraio, nonostante il cambiamento di colore per la pandemia, le lezioni dell’Università di Urbino riprenderanno dal vivo

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La zona arancione non spaventa: il 22 febbraio, le lezioni dell’Università di Urbino riprenderanno dal vivo. Dopo l’avviso comparso sul sito dell’Ateneo, a ufficializzare la decisione è il prorettore alla Didattica, Giovanni Boccia Artieri, che parla di "scelta definitiva. Ovviamente, in zona rossa le cose cambierebbero, ma la situazione ora lo permette e, già a dicembre, dopo aver scelto di effettuare online la sessione invernale di esami, eravamo orientati per tornare sia con le tesi, sia con le attività didattiche in presenza a febbraio. Il piano era di far passare il momento critico e poi avremmo avuto le condizioni farlo, cosa permessa anche dal Ministero". Prorettore, cosa cambia per le lezioni in aula con la zona arancione? "In realtà non ci sono variazioni rispetto a quella gialla: Super green passa obbligatorio per i docenti, Green pass per gli studenti e mascherine: le norme non lo impongono, tuttavia le consigliamo. Ci rendiamo conto che per gli studenti magari sia più dura che per i docenti, dovendo stare più ore consecutive in aula, ma noi suggeriamo comunque di usare le mascherine Ffp2, per sicurezza. La capienza delle aule sarà al 100%, quindi non avremo problemi. Anzi, immagino che, man mano che ci avvicineremo a fine marzo, le cose andranno sempre meglio e torneremo a pieno regime sotto ogni punto di vista. Già durante il primo semestre avevamo programmato orari e capienza totale e ora ci attendiamo solo modifiche in positivo".

A gennaio parlava di poca chiarezza del Governo verso le università, con norme ancora non definite per gli atenei. È cambiato qualcosa? "L’ultima nota del Ministero invitava, come le precedenti, a riprendere il più possibile le attività in presenza, ma comunque dando possibilità di usare anche l’online. Non c’è un vero cambiamento se non quello di lavorare sulla volontà dell’ateneo e dei singoli studenti di lavorare dal vivo. L’unica cosa che possiamo aspettarci è che il 31 marzo finisca lo stato di emergenza, visto che arriveremo ai due anni di durata, il massimo che si possa concedere, quindi novità possono arrivare lì. Però sembra che tutte le università siano orientate verso la didattica in presenza".

Quanto a vaccini e docenti, nessun problema: "No – dice Boccia Artieri – perché la percentuale di insegnanti senza Super green pass è bassissima e gestibile. Anzi, abbiamo più vaccinati rispetto alla media nazionale. Il Ministero ha creato una piattaforma di segnalazione dei docenti la cui situazione è da sanare, per capire chi deve vaccinarsi ma ancora ha tempo per farlo. Nel caso estremo di insegnanti ad sospendere, come da legge, comunque avremmo un piano di gestione delle lezioni con l’affidamento ad altri professori che hanno dato disponibilità". Oltre alle lezioni, anche le iniziative di alta formazione dal vivo stanno tornando... "Già avevamo i dottorati in presenza, ma ora abbiamo riattivato anche la Winter school, poi arriveranno i master e infine la Summer school. Da marzo in avanti avremo una serie potenziata di iniziative di alta formazione, per la maggior parte in presenza, e dei convegni in estate. Abbiamo preferito programmare eventi che poi avremmo gestito secondo le norme vigenti al momento di realizzarli. Ma il nostro intento è di riprendere tutto nel modo migliore possibile. La vera novità è che gli studenti hanno voglia di tornare in aula e noi cerchiamo di supportarla, mantenendo comunque attivo l’online laddove ci fossero problemi e necessità, come nel primo semestre".

Nicola Petricca