Giocare col Medioevo per fare vera cultura

Tra Marche e Romagna si organizzano sagre, ma in Toscana nascono gli “archeoparchi”. Mondaino diventa un caso a parte

Il postribolo ricostruito a Mondaino (Fotoprint)

Il postribolo ricostruito a Mondaino (Fotoprint)

Mondaino (Rimini), 18 agosto 2019 - Oggi lo si chiama reenactment, story telling; si tratta “semplicemente” di rievocazione storica. Essa può comprendere tutte le epoche, quella romana, quella medievale fino agli episodi della guerra mondiale. Negli ultimi anni il reenactment è divenuto anche tema accademico, declinato attraverso la disciplina chiamata «archeologia pubblica».

A settembre uscirà un volume di Marco Valenti, professore associato di archeologia cristiana e medievale all’Università di Siena che parlerà proprio di una esperienza di reenactment: L’Archeodromo di Poggibonsi. Un viaggio nell’alto Medioevo (Edipuglia).

Il libro racconta la musealizzazione, l’apertura alla pubblica fruizione dell’area archeologica di Poggibonsi (Siena) dove è stato ricostruito, sullo scavo e in scala 1:1, un villaggio di età carolingia (IX-X secolo). È l’unico archaeological open air museum italiano dedicato all’alto Medioevo e si fonda su sei pilastri: ricostruzione delle strutture, azioni di archeologia sperimentale, riproposizione di tecnologie antiche, visualizzazione della vita quotidiana, narrazione-interpretazione, presenza di archeologi protagonisti in ognuna delle attività elencate.

Nella sua modalità attiva di interazione con il passato, persegue l’esperenzialità basata su ricerca, educazione e turismo nei quali l’archeologia è il valore culturale aggiunto. A costruire e popolare il villaggio sono gli stessi archeologi che hanno condotto gli scavi: l’esperienza si profila come ambito di sviluppo del connubio tra archeologia sperimentale, archeologia imitativa e living history.

Dalle nostre parti un’esperienza simile è di là da venire (con formula differente sarebbe proponibile per l’area archeologica di Montecopiolo, se non scappasse in un’altra regione), possiamo quindi “consolarci” con le sagre locali. È emiliano-romagnolo, ma è come se fosse un po’ marchigiano per vicinanza alla provincia di Pesaro-Urbino, il palio del Daino di Mondaino (Rimini), che oggi giunge al termine della 32ª edizione.

Tra tutti quelli proposti dalle nostre terre nei mesi estivi, il palio mondainese potrebbe essere considerato il migliore. Le arti e i mestieri sono sapientemente ricostruiti grazie alla presenza di artigiani che provengono da tutta Italia.

Tra le attività ammirabili non ci sono soltanto quelle scontate, come il fabbro, il conciatore di pelli o il candelaio (che è anche una commedia di Giordano Bruno), ma si può ammirare anche tutta la “filiera” di creazione della seta, tra bozzoli e foglie di gelso; c’è anche un vero e proprio lazzaretto. Sì nelle locande ci sono patate e pomodori, che il Medioevo non conosceva, ma ormai, anche rievocando, come si fa a stare senza?