Nel 1927 il fascismo sognava il Grand Hotel a Urbino

Dall’Archivio di Stato della città ducale riemerge un progetto del Regime poi finito nel nulla

Penultima a destra, Maria Luisa Moscati con il personale dell'Archivio di Stato di Urbino

Penultima a destra, Maria Luisa Moscati con il personale dell'Archivio di Stato di Urbino

Urbino, 22 maggio 2019 - ​E’ una vera miniera, inesauribile, imbocchi una galleria e non sai se sarà d’oro o d’argento il nuovo filone scoperto, ma di certo non resti mai deluso: è la Sezione di Urbino dell’Archivio di Stato di Pesaro. Cercavo, una quarantina d’anni fa, l’elenco dei gioielli inviati da Francesco Maria II della Rovere all’amata nipotina Vittoria, già in Firenze, «li mando finché son vivo perché dopo la mia morte Iddio sa quello che seguirà», scriveva nel suo diario.

E invece ecco che scovo, incredula, “Pratiche per l’erezione del ghetto degli Ebrei”, sessanta pagine redatte dal notaio Francesco Scudacchi che diligentemente annota, giorno dopo giorno, nomi e fatti dal primo agosto al 13 dicembre del 1633: un vero tesoro. Da allora tante “primizie” son balzate fuori quasi attendessero d’essere scoperte per riveder la luce, sino al più recente bustone con tutti gli eventi che portarono alla realizzazione del “Parco della Rimembranza”. E proprio in questi giorni, cercando notizie sull’avo materno dei Moscati, certo Gioacchino Fiorentini, ricordato con altri due benefattori nella lapide posta nel nartece della chiesa dei Cappuccini, trovo tra le tante buste dei conventi e monasteri espropriati da Lorenzo Valerio, una “chicca” di cui mai s’era avuta notizia.

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Una cartella, più pesante delle altre, legata da uno spago, comprime un albo ripiegato in sei: saltano fuori sette fogli con splendidi disegni acquerellati di un progetto: il cartiglio recita “Grande Albergo dei Cappuccini Progetto e sistemazione dell’ex convento – 1927 ANNO V°- Ing. Ugo Gennari- Roma”. Completa il progetto il preventivo di spesa e le relazioni finanziaria e descrittiva.

Il progetto del 1927 del Grand Hotel di Urbino, al convento dei Cappuccini
Il progetto del 1927 del Grand Hotel di Urbino, al convento dei Cappuccini

Son previsti pavimenti in cotto, piastrelle di ceramica di Pesaro e travi a vista, mentre l’arredamento dovrà essere di una eleganza sobria come si addice a camere ricavate nelle antiche celle. L’esterno poi dovrà prevedere campi da tennis e giochi per bambini poiché non sarà un grande albergo per soli turisti di passaggio, ma grazie al suggestivo parco che lo circonda, dovrà diventare anche luogo di villeggiatura per famiglie. La spesa si aggira sul milione e settecentomila lire e il Podestà Cav. Augusto Del Vecchio non batte ciglio, è ottimista poiché ha chiesto un prestito di Stato di due milioni e mezzo da restituire a piccole rate diluite nel tempo e già accarezza l’idea di poter realizzare oltre all’albergo, la sistemazione del piazzale del Monte e del Mercatale e il sospirato piano regolatore della Città.

Peccato che il 24 gennaio di tre anni dopo l’ingegner Gennari debba ancora sollecitare il pagamento del progetto reclamando entro il “corrente mese” almeno il rimborso delle spese vive, in caso contrario si rivolgerà ad un legale, nel qual caso esigerà anche gli interessi maturati, nonché quell’onorario cui aveva dichiarato di rinunciare «per la seduzione che fin dal primo momento ho sentito per la bellezza del tema propostomi». Così, un progetto faraonico, di quelli che si fanno in periodo elettorale, ha rischiato di naufragare in una squallida vicenda giudiziaria.