Urbino, l’Arcidiocesi salva la chiesa di santa Croce

Dopo decenni riaprirà il luogo di culto caro al duca Federico di Montefeltro. Tra i tesori un dipinto di Giovanni Santi con la probabile mano del figlio Raffaello

Monsignor Davide Tonti con il san Sebastiano a santa Croce (Urbino)

Monsignor Davide Tonti con il san Sebastiano a santa Croce (Urbino)

Urbino, 23 aprile 2019 - Nell'anno di Raffaello, Urbino potrà mostrare un altro gioiello nascosto, la chiesa di Santa Croce: restaurati gli stucchi di scuola “brandanesca” e gli affreschi, si potrà ammirare anche un san Sebastiano rimesso al suo posto in cui si ipotizza la mano giovane del Divin Pittore.

L’Arcidiocesi sta portando avanti in importante lavoro di restauro che sarà terminato per il prossimo anno quando a Urbino arriveranno tantissimi turisti per le celebrazioni di Raffaello: per chi non lo sapesse o non se ne ricordasse, la chiesa od oratorio di Santa Croce si trova in via Santa Chiara e da anni è chiusa: «Questa cappella fu molto cara al duca Federico per il culto alla reliquia della Santa Croce di Gerusalemme, che ora si trova nella Cattedrale e tornerà qui, insieme ai quadri che sono stati spostati, per ridare alla chiesa quella bellezza formale che aveva un tempo – spiega monsignor Davide Tonti, vicario episcopale per l’arte e la cultura dell’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado –. Noi ringraziamo tanto i restauratori Bacchiocca e la Soprintendenza, in particolare la dottoressa Vastano, che hanno operato in questi anni con un grande impegno professionale per ripristinare il decoro».

La chiesa di santa Croce a Urbino
La chiesa di santa Croce a Urbino

Si legge nel volume di Mazzini I mattoni e le pietre di Urbino: «L’oratorio esisteva già nel 1317, mentre la Confraternita dei Disciplinati di Santa Croce, già in essere di fatto, si costituì legalmente soltanto nel 1333»; la pianta risulta irregolare e nella volta crociera ci sono decorazioni opera di Giorgio Picchi, della fine del XVI secolo; opera di rilievo era la targa in bronzo, posta sopra la porta della sagrestia di “Deposizione dalla Croce”, realizzata da Francesco di Giorgio Martini, in cui sono raffigurati anche il duca Federico e Guidubaldo bambino.

Decorazioni di scuola del Brandani a santa Croce (Urbino)
Decorazioni di scuola del Brandani a santa Croce (Urbino)

«La chiesa era completamente rovinata e chiusa da circa 40 anni. Come Curia noi abbiamo il progetto di riaprirla per i festeggiamenti di Raffaello perché c’è la volontà di inaugurare con il bello – continua Monsigno Tonti –: si tratta di un bene prezioso di Urbino e non c’è cosa più bella che possa onorare Raffaello che ridare la visione di un tassello della nostra città; inoltre, l’affresco che è sul lato destro della chiesa, che raffigura san Sebastiano, fa pensare, e ci fa sognare, che il “Divino Maestro” abbia lasciato una sua traccia qui quando era molto giovane».

L’affresco è stato attribuito a Giovanni Santi, padre di Raffaello, ed è stato datato attorno al 1475, anche se i registri di spesa parlano di pagamenti avvenuti nel 1483-’84 (si legge ne I mattoni e le pietre di Mazzini): queste date porterebbero troppo lontano la realizzazione dell’affresco anche da un Raffaello bambino, ma qualche studioso sarebbe tentato di non escludere questa possibilità.

Le decorazioni nella volta di santa Croce a Urbino
Le decorazioni nella volta di santa Croce a Urbino

«Il servizio che Raffaello ha fatto alla cultura mondiale è insuperabile e anche noi, come Curia e come persone che amano la cultura urbinate, vogliamo pensare che ridare questa chiesa alla città sia un bel regalo per la comunità. L’affresco era stato staccato, portato in altra chiesa di Urbino e poi ricollocato qui, ma questa parte della storia non è ancora molto conosciuta – continua monsignor Tonti –: a livello archivistico, con un’indagine più approfondita, potremmo anche saperne qualcosa di più. Dalla piccola lapide che ricorda l’accaduto, attualmente sappiamo che fu riportata per volontà di Federico da Urbino come oblazione e questo ci fa pensare che doveva essere un affresco importante e interessante, di grande valore per il duca, altrimenti non l’avrebbe fatto. Gli stucchi invece sono di scuola “brandanesca”, le maestranze erano di Urbania: hanno lavorato a Roma e Urbino e hanno lasciato queste belle esemplificazioni di un virtuosismo evidente, come lo è la bellezza della natività del Brandani nell’oratorio di San Giuseppe. Sopra c’è questo affresco bellissimo, cinquecentesco, che è stato restaurato completamente. Resta ancora da rimettere completamente a posto il pavimento, pulire, ripristinare gli intonaci nel resto della chiesa, il materiale ligneo della confraternita. Il lavoro non è ponderoso ma è impegnativo anche economicamente. Noi però siamo decisi e per il prossimo anno vogliamo aprire finalmente».