Berloni cucine al taiwanese Alex Huang. Il liquidatore: "A fine estate la ripartenza"

L’imprenditore re dei thermos si è aggiudicato l’azienda all’asta per oltre 2 milioni, di fatto escludendo gli ex soci. Il braccio di ferro aveva affondato la società. Già inviato un manager in città per controllare macchinari e magazzino. Ordini da Dubai

Lo stabilimento della Berloni cucine (foto d’archivio)

Lo stabilimento della Berloni cucine (foto d’archivio)

Pesaro, 8 marzo 2022 - Lo scontro tra i cinesi-taiwanesi, come in un film di Bruce Lee, è terminato ed ha un vincitore: è Alex Huang. E’ lui che ieri mattina si è aggiudicato le cucine Berloni, buttando praticamente fuori i suoi due ex soci, anche loro di Taiwan. Questo imprenditore è il titolare della ‘Thermos Company’ con sede in Illinois ed ha anche numerose altre attività in Oriente. Si è preso per 2 milioni e 50mila euro, il marchio ed anche tutto quello che resta di quella storica fabbrica: il magazzino ed anche i macchinari. Il tutto entra nella sua società "Treasure Company" per cui ora si attende l’omologa del concordato per chiudere definitivamente questa partita e quindi ripartire. Ma dove, a Pesaro? O altrove? Alessandro Meloncelli che ha guidato negli ultimi due anni questa partita, non ha dubbi: "Huang prima di Natale – dice il professionista – ha inviato un suo tecnico a Pesaro per andare a controllare lo stato delle cose. Ed è anche passato a vedere il capannone di Talacchio, ex Tomassi cucine, per controllare i macchinari ed anche il magazzino. I tempi per riattivare la produzione è difficile stabilirli anche perché ora, oltre ad un aumento di capitale, ci sono i tempi tecnici con l’omologa del concordato da parte del giudice. Io penso che se tutto va bene per la fine dell’estate la Berloni possa diventare di nuovo attiva iniziando a produrre. Ordini? Certamente che ce ne sono, soprattutto dall’estero dove questa vicenda non è conosciuta. L’ultima spedizione di cucine l’abbiamo fatta a Dubai lo scorso anno, ma sono ora arrivati ordini per altre 75 cucine. Tutte mail che ho girato a Huang".

Da parte dei sindacati di categoria porte aperte a questa rinascita: "Noi siamo qui e siamo anche pronti ad offrire la nostra collaborazione per rilanciare la Berloni. E questo è il distretto migliore che c’è in Italia, assieme a quello Veneto, perché ci sono tutte le compotenze ed anche materiale umano", dice Giuseppe Lograno della Cgil.

All’asta che si è svolta in Tribunale ieri mattina, Huang era solo, perché il fondo cinese che voleva prendere il marchio per avviare una produzione in Cina, si è ritirato. E per non avere sorprese il signore della ‘Thermos’ ha alzato di 50mila euro la base d’asta per la gioia del liquidatore della società Leonardo Crescentini. Per conto dell’imprenditore di Taiwan si sono presentati due avvocati d’affari di Roma ed è possibile che a guidare la nuova Berloni sarà la signora Sharon, una taiwanese che per due anni è stata a Pesaro per controllare i conti della fabbrica prima che i tre soci decidessero, due anni fa, di metterla in liquidazione volontaria.

Le esposizioni della società di cucine sono per 883mila euro verso i dipendenti (gli stipendi arretrati) e di un milione e 800mila euro verso i fornitori. Poi ci sono in totale altri 5 milioni di euro tra previdenza e fisco. In questo momento la società dispone con i 2 milioni versati ieri e la vendita di alcuni asset, per un totale di 3 milioni e 600mila euro. Da qui la ricapitalizzazione che ha intenzione di effettuare Alex Huang per riportare in bonis la società e quindi rimetterla in moto.