
Una ragazza mostra la bolletta dell’acqua: in questi giorni stanno arrivando a migliaia di cittadini, con conguagli pesanti. Nel riquadro, Massimo Berloni, sindaco di Fossombrone e presidente dell’Aato, ma solo da ottobre
Pesaro, 1 febbraio 2025 – Aumentare le bollette dell’acqua in piena campagna elettorale per le amministrative è una di quelle cose che non si fa, sempre che non si voglia correre il rischio di consegnare la vittoria agli avversari. Il rincaro delle bollette poteva, anzi doveva, attendere.
E così è stato. Nel mare magnum delle cose dette e scritte intorno agli aumenti tariffari approvati dall’Aato a ottobre 2024 c’è un aspetto, tutto cronologico, che più volte è stato accennato tra le righe in queste settimane, ma che è giusto mettere meglio in evidenza. E cioè che gli aumenti avrebbero dovuto essere varati entro il termine per l’approvazione dei bilanci preventivi degli enti locali, e cioè entro il 15 marzo 2024. Entro il 30 aprile, inoltre, l’Aato avrebbe dovuto anche approvare il piano degli interventi, il piano economico finanziario, l’atto deliberativo di predisposizione tariffaria e l’aggiornamento dei dati necessari ad Arera.
Ma così non è stato. L’aumento delle tariffe (l’8% nei Comuni gestiti da Marche Multiservizi, il 10% in quello gestiti da Aset) è stato varato appunto dopo le elezioni, il 25 ottobre. E siccome il rincaro si applica anche sui conguagli pregressi, l’approvazione ritardata ha aumentato il numero dei mesi su cui conteggiare il conguaglio. Si tratta infatti di un conguaglio di 10 mesi: se fosse stato applicato quando era il momento sarebbe stato più leggero. E quello che poteva essere solo un “mal di pancia” pre-elettorale è diventato, dopo le urne, un’indigestione.
Insomma, oggi paghiamo bollette più pesanti perché l’approvazione è arrivata fuori tempo massimo.
Ne abbiamo parlato con Massimo Berloni, nuovo presidente Aato (nominato dopo le elezioni, appunto) nonché sindaco di Fossombrone. Lui è quello che si è ritrovato con il “cerino” in mano e che, circa una settimana dopo la sua nomina, ha firmato la deliberazione n. 23 del 25 ottobre 2024.
Presidente Berloni, lo diciamo ufficialmente che l’Aato ha varato gli aumenti aspettando che passassero le elezioni?
“Eh sì, è evidente, e io devo risponderne. Però è altrettanto vero che non posso adesso recriminare il passato. Io ho firmato il decreto, ma non c’erano alternative. Questo è ciò che è successo, però adesso non mi sento di incriminare nessuno, non è che posso stare qui a dire che è stata colpa di qualcuno prima”.
Perché questa scelta di approvare gli aumenti dopo le elezioni?
“Non lo chiedete a me. C’è una data, ci sono delle pubblicazioni ufficiali, quindi basta dedurlo”.
Ok, ma come si fa a fare una scelta del genere?
“Ma è evidente, perché ovviamente nessuno ha avuto il coraggio di farlo prima, appunto. Ma di commenti ne sono già stati fatti troppi, io non voglio fare polemiche”.
Quindi lei, quando è stato nominato presidente, si è trovato questa patata bollente in mano…
“Ho dovuto farlo, altrimenti ci sarebbe stata una sanzione”.