Bollette e contratti fissi. "Intoccabili? A me l’hanno tagliata prima"

Marco Giglia, titolare di due bar a San Lorenzo in Campo, a proposito delle dichiarazioni di Hera. "Non è vero che si impegnano a mantenerli fino alla scadenza. Io sono stato liquidato con una email"

Il barista Marco Giglia con i recessi dal contratto ricevuti da Hera

Il barista Marco Giglia con i recessi dal contratto ricevuti da Hera

San Lorenzo in Campo (Pesaro Urbino), 12 ottobre 2022 - "Dovevo avere il contratto a prezzo fisso per l’energia elettrica fino a marzo 2024 e invece me l’hanno applicato fino al 31 agosto scorso e ora sono in autentica fibrillazione per le bollette che mi arriveranno per il mese di settembre e quelli successivi". E’ fortemente preoccupato e arrabbiato Marco Giglia, titolare di due bar a San Lorenzo in Campo: il Centrale e il Magilù Café. "Stamattina (ieri, ndr) ho letto come sempre il Carlino – spiega l’imprenditore - e mi sono soffermato sul pezzo dove si parla di Hera, che afferma che ’manterrà i contratti a prezzo fisso fino alla loro naturale scadenza’. Ma con me si sono comportati in modo diverso e non c’è stato modo di discuterne".

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Giglia scende nei particolari: "Ho stipulato il contratto a prezzo fisso con Hera, per entrambi i miei bar, il 27 settembre 2021, per 30 mesi, quindi con scadenza a marzo 2024. Ero molto soddisfatto, anche perché pagavo in media per entrambi i locali, cumulativamente, sui 900 euro al mese, mentre col precedente gestore ero sempre sopra i mille. A febbraio scorso, però, mi sono arrivate due Pec da Hera, una per ciascun bar, in cui mi si comunicava che a causa della forte instabilità dei prezzi sui mercati energetici si vedevano costretti a recedere dal contratto a partire dal primo settembre 2022. Io ho subito risposto, sempre tramite Pec, che non accettavo la risoluzione anticipata, ma non ho ricevuto riscontro".

"A quel punto – prosegue – ho contattato il consulente Hera che mi aveva proposto il contratto, un professionista serio, che mi ha detto non poter far nulla; che erano cose al di sopra delle sue possibilità. Ed eccoci qui, con la mannaia di una bolletta, anzi due, al mese, di cui non oso immaginare l’importo". Il barista aggiunge: "Tutto questo è ingiusto. Sono deluso e arrabbiato. Anche perché è certo che se i prezzi per l’energia fossero calati, anziché aumentare, nessuno mi avrebbe consentito di recedere in anticipo".

Per limitare i danni Giglia ha messo in atto delle misure: "Da settembre ho staccato alcuni frigoriferi, accumulando i prodotti solo in altri, e accendo le luci il minimo indispensabile, ma forse dovremo adottare soluzioni più drastiche: chiusure anticipate e al taglio del personale. Ora siamo in 7: 5 di famiglia e 2 dipendenti, ma non so proprio dire se riusciremo a preservare tutti i posti di lavoro".