Pesaro, 17 maggio 2024 – “Un caffè al banco un euro e cinquanta? Ma è tantissimo”: questa è stata la reazione di un cliente che, ieri mattina, ha lamentato l’alto costo di un caffè al banco allo Zest, in Baia Flaminia. Però, non tutto è come sembra.
Il caffè, è vero, costa 1,50 euro, ma perché? Parlando con le bariste, la risposta è arrivata immediatamente: “Ci sono aumentati i costi della materia prima – spiegano –. Se fino ad un mesetto fa riuscivamo a tenere il prezzo di 1,20 euro, adesso siamo stati costretti ad aumentarlo. Noi utilizziamo la miscela “Riserva“ di Pascucci, il quale, purtroppo, ha iniziato a venderla ad un costo altrettanto elevato. Questo ci ha quasi obbligati a vendere un caffè a quel prezzo, a discapito dei clienti”.
“La produzione di caffè ha avuto un aumento di costi anche per noi – commenta Mario Pascucci, titolare di Pascucci Caffè, a Monte Cerignone –. La miscela “robusto”, come “l’arabica”, ha visto un rialzo da parte dei fornitori. A causa del tempo che non è stato dei migliori, che ha ridotto drasticamente la produzione, a causa di alcuni aumenti eccessivi dei costi di importazione, che dal 2020 hanno iniziato a salire vertiginosamente, abbiamo dovuto aggiornare i nostri prezziari. Per esempio, il caffè da bar, un po’ più costoso di quello dei ristoranti, costa 39,90 euro al chilogrammo. Sappiamo bene che questo è un peso per i baristi, ma purtroppo questo è anche l’andamento di mercato: fra poco 1,50 euro sarà un prezzo comune nei bar”.
Anche Alberto, titolare del Centralino, in piazza del Popolo, ha dovuto alzare i suoi prezzi: “Da me un caffè costa 1,30 euro, 10 centesimi in più rispetto a prima – ha spiegato –. In quel 1,30, però, non c’è solo il caffè, ma ci sono ben altre spese: c’è la lavastoviglie, c’è il brillantante, c’è il goccio d’acqua, ci sono gli stipendi dei dipendenti. Io, con il caffè, non ci guadagno, non ho mai visto un barista ricco. Anche le paste, per esempio, a me costano dal fornitore 1 euro, e le rivendo a 1,70 euro, ma se la gente poi non le compra, dove ho il ritorno? Purtroppo, si potrebbe quasi dire che la caffetteria è morta, ormai si riesce ad andare avanti con gli aperitivi”.
Al. Zaf.