Pesaro, 4 novembre 2024 – Esplodono le richieste di ore di cassa integrazione da parte delle aziende nella nostra provincia. Secondo i dati diffusi dall’Inps, elaborati dall’ufficio studi Ires della Cgil Marche, nel periodo gennaio-settembre 2024 sono state richieste e autorizzate complessivamente 4,2 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 48,5%.
Per rendersi conto della crisi che sta vivendo in questi mesi il nostro territorio (e nelle Marche dove l’aumento si attesta al 45%), basta confrontare i dati che si registrano nel nostro Paese, dove la crescita di ore di cassa integrazione segna un +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nel Centro Italia l’aumento è del 4,4%.
Nello specifico, secondo i dati Inps, sono state 3,4 milioni le ore di cassa integrazione ordinaria richieste in provincia, 789mila quelle di solidarietà ed oltre 18mila quelle per riorganizzazione e crisi aziendale. A farne le spese sono i settori manifatturieri che caratterizzano maggiormente il territorio, cioè la meccanica e la metallurgia, nonché il settore legno. Tengono al momento terziario ed edilizia.
"C’è una grande preoccupazione per quanto sta accadendo - dice Roberto Rossini, segretario della Cgil di Pesaro e Urbino – e le aziende del nostro territorio, di fronte all’impossibilità di prevedere il volume di ordinativi per i prossimi messi, vivono nell’assoluta incertezza del futuro. Tutta questa situazione porta le imprese a fare richiesta per poter utilizzare le ore di cassa integrazione, anche in maniera preventiva, per poi magari utilizzarne concretamente anche meno qualora si trovino di fronte ad ordinativi migliori rispetto a quanto preventivato".
"In ogni caso, l’andamento dei dati dell’utilizzo della cassa integrazione, nonché i contratti di solidarietà – aggiunge Rossini – fanno emergere evidenti criticità del nostro tessuto produttivo e a rimetterci sono i lavoratori che si ritrovano con stipendi inferiori (essendo in solidarietà o cassa integrazione) di fronte però ad un’inflazione che si è mangiata il potere d’acquisto. Oggi siamo di fronte a segnali molto preoccupanti, che potrebbero sfociare anche in una crisi molto importante".
"A pesare maggiormente sul settore della meccanica è la crisi del mercato tedesco, le cui conseguenze ricadono anche nel nostro territorio. Tiene l’edilizia, ma con la rimodulazione dei bonus sulla casa, dal prossimo anno potrebbe cambiare tendenza. Di fronte a questo quadro – conclude il segretario della Cgil di Pesaro e Urbino –, le aziende pesaresi dovranno trovare il modo di mantenere quote di mercato sia interno che estero, nonostante la concorrenza in atto da parte dei mercati emergenti".