Pesaro, ex consorzio agrario del porto, partito il duello milionario

Il fondo israeliano e la Renco ricorrono al Tar per convincere il Comune ad eliminare i 'cavilli' dal Prg

L'ex consorzio agrario del porto a Pesaro

L'ex consorzio agrario del porto a Pesaro

Pesaro 10 ottobre 2022 - Sull’ex consorzio al porto, due palazzine per 80 appartamenti rimaste sulla carta, è terminato il tempo delle scaramucce e delle ‘minacce’ promesse, perché ora si passa ai fatti. La società Nova Portum che altro non è che un fondo israeliano, la Renco ed un professionista, Paolo Tanoni, hanno dato il via alla controffensiva: è stato presentato un ricorso la Tar, il tribunale amministrativo, al fine di convincere l’amministrazione comunale a correggere errori e cavilli del piano regolatore, quelli che hanno permesso alla Capitaneria di Porto di presentare un esposto in Procura che si è concluso con il rinvio a giudizio di tre persone con l’accusa di abuso edilizio.

Con questa azione, visto che le vie amichevoli non hanno portato nessun risultato, la società vuole di fatto costringere il comune a ripulire, attraverso un atto amministrativo, quei cavilli che hanno bloccato l’edificazione, un bel problema visto che avevano già venduto tutti gli appartamenti sulla carta.

Una bega di non poco conto quella che si ritrova a gestire il Comune – che ha già preso un avvocato –, anche perché i soldi in ballo sono tanti: poco meno di una ventina di milioni di euro la stima del risarcimento dei danni. Questo perché il gruppo israeliani-Renco-Tanoni aveva acquistato, attraverso il tribunale, il titolo edilizio all’interno della liquidazione della società ‘Carducci’. Un pacchetto chiavi in mano che invece alla luce dei periti del tribunale, aveva delle pecche per cui in quell’area non si poteva costruire.

Cosa spera di ottenere la Nova Portum con questo ricorso presentato al Tar? Emendati ostacoli e cavilli, di poter procedere con l’intervento edilizio. Fatto questo che farebbe decadere anche le accuse di abuso edilizio che la procura ha contestato per tre esponenti della società.

Una vicenda, quella del consorzio agrario del porto, che ha interessato tante persone e tante famiglie che avevano prenotato gli appartamenti che rientravano fra l’altro all’interno del bonus edilizio dell’85%.

Una storia che rappresenta anche la punta dell’iceberg perché il pasticcio del piano regolatore del porto sta rischiando di allargare i problemi a macchia d’olio. Edificazioni, ristrutturazioni e revisione delle cubature non avrebbero il supporto, in diversi casi, delle relative documentazioni e licenze. E per gli abusi edilizi, in campo demaniale, non esiste la sanatoria: si deve abbattere.