Industria, Pesaro meglio del resto della Regione

Il segretario provinciale della Cna: "In un contesto difficilissimo, quasi un miracolo"

Industria (archivio)

Industria (archivio)

Pesaro 8 novembre 2022 - C’è chi sta peggio. Questo fondamentalmente il senso di un report reso noto dalla Cna provinciale riguardante il numero delle imprese che sono nate e sono morte nel corso del terzo trimestre di quest’anno e quindi fino a settembre.

C’è chi sta peggio perché il segretario provinciale Moreno Bordini dell’associazione di categoria fa un paragone tra la provincia di Pesaro e le altre quattro delle Marche. Questa la fotografia della situazione: rispetto allo stesso trimestre del 2021 la provincia perde lo 0,7% “con un ritmo sensibilmente inferiore a quello regionale“.

Secondo i dati di Unioncamere elaborati dal centro studi della Cna “si è registrata una maggior tenuta del tessuto imprenditoriale nel settore manifatturiero (-0,7%) contro il 3,8 che hanno fatto registrare le Marche, soprattutto nelle costruzioni dove le imprese attive sono aumentate dello 0,6% in controtendenza con il dato regionale che invece fa registrare una flessione del 4,4%. A estate ormai alle spalle nel settore riguardanti i servizi di soggiorno e della ristorazione il Pesarese fa segnare un calo dello 0,7 contro il 3,6 marchigiano. Poi c’è un segmento che è quello dei servizi alle imprese dove i numeri provinciali sono in controtendenza perché le nuove società che offrono servizi scientifici e tecnici sono aumentate del 3,9% contro un 2 per cento regionale. Crescono anche i servizi alla persone che sono aumentati in provincia dello 0,9% contro una diminuzione dell’1% nel resto delle Marche.

“In un contesto difficilissimo come quello che stiamo attraversando – commenta il segretario provinciale Moreno Bordoni – si tratta quasi di un miracolo; la flessione del quadro generale non solo è quasi impercettibile ed inferiore al quadro generale delle Marche, ma in qualche caso, come per esempio nelle costruzioni, nel turismo e nei servizi, in controtendenza e con un segno decisamente incoraggiante orientato ad una crescita. Per Bordoni se non fossero sorti problemi con l’inflazione, l’aumento dei costi dell’energia, della difficoltà a reperire le materie prime e della crisi internazionale causata dai conflitti che hanno bloccato le esportazioni verso i paesi coinvolti dagli eventi bellici “questo sarebbe stato un periodo di grande rinascita per la nostra economia dopo la pandemia. Un mini boom che avrebbe coinvolto un po’ tutti i settori a partire dalla meccanica e dalle costruzioni che pure, anche in questo quadro di crisi, vantano performance ancora positive. Compreso il mobile e la nautica che stanno viaggiando a ritmi incoraggianti“.

Quindi un appello all’azione del Governo al fine “di contrastare in maniera seria e non solo con annunci, le manovre speculative anche in ordine al costo delle materie prima e alla loro reperibilità, altra questione che sta togliendo il senno agli imprenditori“, conclude Bordoni.