Pesaro, il gruppo Marinelli cresce. "Tutti i giorni 80 camion di mobili"

Toccati i 202 milioni di fatturato

Al centro Giordano Marinelli con il figlio Massimo e la nuora Simona

Al centro Giordano Marinelli con il figlio Massimo e la nuora Simona

Pesaro, 26 ottobre 2018 - Una delle più importanti fabbriche di mobili della regione continua la sua marcia. E’ la Marinelli che tra cucine e prefabbricati ha chiuso il 2017 con oltre 202 milioni di fatturato, cifra che colloca quest’azienda all’undicesimo posto delle classifiche marhigiane.

La morte di Andrea Marinelli, non ha fermato i processi produttivi. Da da quando l’industriale salito alla ribalta delle cronache per il suo impegno nello sport, prima nel basket e poi nel motociclismo con l’ingaggio dell’ascolano Fenati, ha dovuto mollare, per la malattia, le redini dell’azienda, l’impresa ha continuato a marciare grazie all’impegno della famiglia e soprattutto del fratello Massimo, 41 anni, che si divide tra i prefabbricati con il padre Giordano e le cucine dove è amministratore delegato assieme alla vedova di Andrea Marinelli, Simona.

«Le cose stanno procedendo bene – dice Massimo Marinelli –, perché chiudiamo questo 2018 con un incremento del fatturato intorno al 15 per cento».

Numeri positivi.

«Il che vuol dire che saliamo a 230 milioni con 400 dipendenti, contando tutte le aree produttive dove siamo vicini ai 100mila metri quadrati coperto. La nostra produzione va per il 75% in Italia e per il restante sull’estero. Tolti i divani facciamo tutto per l’arredamento della casa».

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Nuove fabbriche?

«Sta entrando a regime produttivo la ex Morbidelli dove verranno realizzati i prefabbricati. Estero? No quei progetti che erano stato messi in piedi da mio fratello per il momento sono nel cassetto. Intendo dire la creazione di una unità produttiva in Spagna, tanto per capirsi».

Lavoro tutto concentrato sempre sui mercatoni di Mondo Convenienza?

«Certamente, anche perchè i numeri sono in crescita. Poi c’è anche una quota legata alle esportazioni. Nell’export, per esempio, contrariamente a quello che facciamo sul mercato italiano, le cucine le forniamo complete di elettrodomestici».

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Con chi lavorate?

«Direi in tutta l’Europa anche perché abbiamo una serie di addetti alle vendite veramente molto bravi ed efficienti. Il punto di partenza rimane comunque il commerciale, il resto viene di conseguenza».

Mercato difficile?

«Direi che su alcuni segmenti produttivi potrebbe anche essere, anche da quello che sento da nostri fornitori: si parla di un certo rallentamento. Per quello che riguarda noi pensiamo di andare bene anche il prossimo anno anche perché abbiamo diversi buoni contratti nel cassetto. Vediamo...».

Con la morte di suo fratello si chiude con le competizioni in moto?

«Nell’ambito del motociclismo restiamo anche il prossimo anno ma solamente in una categoria e cioè la Moto3. Basket? Di quello onestamente non so nulla anche perché di quell’aspetto se n’è sempre interessata mia cognata Simona. Dovete chiedere a lei cosa vuole fare».

Il settore cucine?

«Quante ne facciamo onestamente non lo so, credo che siano intorno al 40% della produzione nazionale del settore. Ho i dati sul tavolo, ma onestamente non ho avuto il tempo di guardarli».