Pesaro: palazzine del porto, i cittadini tornano alla carica

Dopo la sentenza del Tar che intima al Comune di correggere il refuso dal piano regolatore

L'ex consorzio agrario del porto a Pesaro

L'ex consorzio agrario del porto a Pesaro

Pesaro 18 novembre 2022 - Non è la carica del 101, ma poco ci manca. Perché tutte le 82 famiglie che avevano prenotato gli appartamenti che dovevano essere edificati nell’area dell’ex consorzio agrario al porto, sono tornate alla carica per confermnare il loro interesse. Questo dopo che il ‘Carlino’ ha reso nota la sentenza del Tar delle Marche che dà ragione alla società Nova Portum intimando anche all’amministrazione comunale di correggere, anzi depennare, il refuso che è stato alla base del blocco dei lavori dopo un esposto presentato alla Procura dalla Capitaneria di Porto. Tutto bloccato, tre persone indagate per il reato di abuso edilizio, lavori per milioni di euro fermi.

Il Tar dà ragione praticamente su tutto il fronte alla compagine sociale formata da investitori israeliani che hanno la maggioranza delle quote, la società Renco e quindi il professionista Paolo Tanoni, avvocato di Civitanova Marche. Fra l’altro questa società aveva acquistato i diritti edificatori attraverso il tribunale di Pesaro dopo che venne messa in liquidazione la società ‘Carducci’: insomma un pacchetto chiavi in mano con tanto di licenza edilizia. Un pasticcio che ha bloccato tutto per una svista riguardante il piano regolatore del 2003.

Oggi la società Nova Portum sulla vicenda scrive: “In merito al pronunciamento del Tar del 14 novembre sulla vicenda che ha portato al blocco dei lavoro del progetto Calata 52, esprimere la propria soddisfazione e si augura che al più presto il Comune ottemperi a quanto disposto dal Tribunale amministrativo, con l’auspicio di poter dar corso quanto prima alla ripresa delle attività edificatorie già da troppo tempo bloccate“.

Ma cosa hanno detto i responsabili della società alle persone che chiedevano tempi e modo sull’edificazione delle due palazzine fronte porto? Stando a chi ha telefonato “non sono stati dati tempi certi, nè per l’inizio e nè per la fine dei lavori“. Da qui la sollecitazione all’amministrazione comunale a depennare il refuso della discordia.

Siccome il Tar paventa anche l’ipotesi, nella sua sentenza, di istituire un commissario ad acta per correggere lo strumento urbanistico, dall’amministrazione comunale si è fatto sapere che l’atto verrà fatto dall’amministrazione “perché appena la giunta delibera la discussione verrà portata al primo consiglio comunale utile“ ha detto il presidente dell’assemblea Marco Perugini.

E il tutto come intima il Tar deve avvenire entro 30 giorni. Nonostante la sentenza non abbia punti equivocabili la società Nova Portum non stabilisce i tempi per l’inizio dei lavori temendo forze un ricorso contro la sentenza del Tar. Nel frattempo siccome le due palazzine del porto godevano del bonus 110 per cento, ora scaduto, si dovrebbe passare a quello del 90 per cento.

m.g.