Negozi Pesaro, Pinko chiude

Serrande abbassate nel punto vendita di via Rossini. C'è l'interessamento della boutique Ratti

Pinko a Milano (archivio)

Pinko a Milano (archivio)

Pesaro 30 settembre 2022 - Si spegne nel cuore del centro storico della città la vetrina del marchio Pinko, che vende abbigliamento soprattutto tra i giovani. La vetrina di questo brand era in via Rossini, all’angolo con piazzale Collenuccio. La decisione è stata presa dalla mattina alla sera: prima la lettera alle dipendenti, quindi nel giro di mezza giornata il locale è stato liberato di tutta la merce e degli arredi.

“La chiusura di un altro marchio importante – dice Davide Ippaso di Confcommercio – fa molto male anche perché sono luci che si spengono nel cuore del centro storico della città. Cosa ci sia dietro e quali ragioni abbiamo portato il gruppo di Fidenza a prendere questa decisione non sono note e lo sanno solo loro. Comunque una scelta che fa pensare anche alla luce del periodo che stiamo attraversando“. Tra le motivazioni che sarebbero alla base di questa decisione ci sarebbe il fatto che il punto vendita di Pesaro era ‘schiacciato’ da quello di Ancona e quello di Riccione. Insomma poco spazio commerciale.

Comunque, stando alle indiscrezioni che stanno circolando in città e vista anche la posizione del locale, e cioè in via Rossini, sembra che agli spazi ora vuoti sia interessata anche la boutique guidata da Silvana Ratti. La titolare del grande negozio di abbigliamento dice: “Stiamo valutando e ce ne stiamo interessando. Abbiamo alcune idee ma ancora non c’è nulla di definitivo. Quando ci sarà qualcosa di sicuro faremo sapere...“.

La boutique Ratti starebbe pensando, attraverso quelle vetrine lasciate libere da Pinko, di poter recuperare due marchi , sia Hemes che Chanel, che hanno lasciato la grande boutique in virtù della scelta di evitare i negozi multibrand. Se così fosse il gruppo Ratti, che controlla da ormai qualche anno anche il negozio di Armani in piazzale Collenuccio, potrebbe recuperare uno dei due marchi del lusso che ha perso. “Se così fosse – commenta Ippaso - attraverso l’arrivo di marchi importanti e vista anche la posizione la città andrebbe ad evitare quella omologazione commerciale che sta caratterizzando tanti centri storici“.