NICHOLAS MASETTI
Economia

L’ultima infornata dopo 70 anni di storia: la pizzeria Otello chiude

Pesaro, Lele Fulvi annuncia la decisione definitiva dell’attività di via Zongo: venerdì giù le saracinesche. “Penalizzati dai cantieri. E poi in centro è sempre più complicato lavorare”

Gabriele Fulvi, figlio del fondatore della Pizzeria Otello di via Zongo, è in pensione: dopo aver provato a vendere l’attività, ha deciso di chiuderla. Addio a 70 anni di storia

Gabriele Fulvi, figlio del fondatore della Pizzeria Otello di via Zongo, è in pensione: dopo aver provato a vendere l’attività, ha deciso di chiuderla. Addio a 70 anni di storia

Pesaro, 11 dicembre 2024 – Le ultime pizze usciranno dal forno per l’ora di pranzo. Poi, venerdì, intorno alle 15, sarà tempo di tirare giù le serrande. Per sempre. La Pizzeria Otello di via Zongo ha deciso di chiudere i battenti. Definitivamente. Dopo essersi messa sul mercato nell’agosto del 2023, ora è arrivata alla conclusione di una storia lunga 70 anni. “Fa male, ma prima o poi bisognava smettere”, racconta Lele Fulvi.

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Per sette decenni questa attività del centro storico è stata molto più di una pizzeria. Un trancio di storia della Pesaro in bianco e nero e poi a colori. Ha visto passare chiunque: studenti, compagnie, giovani, anziani. La pizza d’asporto, la pausa pranzo al volo, la carta unta da passeggio. Ma anche aprire e chiudere attività nelle vicinanze, continuamente. “E noi siamo stati gli unici reduci”, spiega Fulvi. Un’avventura partita nel 1955 in via Cavour grazie al padre di Gabriele, quell’Otello ancora impresso nella memoria dei pesaresi. Poi, quattordici anni dopo, il trasferimento in via Zongo, a pochi passi da piazza del Popolo e dalle vasche di via Branca.

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Pochi anni, e nel 1977, a 15 anni, Lele è già dietro al bancone. Farina in mano, grembiule bianco sporco di pomodoro e voglia di imparare il mestiere del padre. “Il pizzaiolo è un lavoro dove ci vuole tanta passione e voglia di sacrificarsi. Ora manca un po’ questa volontà. Io ogni mattina alle 5 sono lì, a fare la preparazione. Ci sono nato dentro, ce l’ho nel sangue”, racconta Fulvi. Gli anni passano, l’economia è sempre più fiorente, la pizzeria è frequentata da chiunque. Una vera e propria tradizione del Dna pesarese. Fino ad arrivare ai giorni nostri. Quelli del meritato riposo, dopo anni di fatiche, per Lele e sua moglie. “Sono già in pensione da più di due anni e ora ho deciso di smettere. Abbiamo provato a vendere l’attività, ma non abbiamo trovato nessuno di concreto. Questa scelta ci pesa, dopo 70 anni di storia. Ma quando è ora bisogna smettere, ho perso anche gli stimoli. Mio figlio e mia figlia fanno altre professioni”.

Non ci sarà nessun momento speciale o saluto ad hoc. Anche se l’invito di Fulvi è che i clienti passino a fare un ultimo congedo. “Quando chiude un’attività è sempre una delusione. Le feste si fanno con le aperture, non con qualcosa che muore. Vediamo se ora qualcuno si avvicinerà, ma è difficile”, prosegue Gabriele che d’ora in poi si dedicherà all’altra sua grande passione: il basket e gli allenamenti ai giovani dei Bees Pesaro.

Poi, un’ultima riflessione su come è cambiamento il centro città: “Le probabilità di vendita diciamo che si sono ridotte visti anche i sette cantieri che abbiamo nel raggio di 100 metri. Lavori che ci hanno penalizzato negli ultimi mesi. E poi i piccoli proprietari stanno scomparendo sempre di più. Il privato ha difficoltà perché le catene, ormai, hanno preso il sopravvento. Il centro è stato sempre più svuotato”, conclude Fulvi. Oggi, domani e venerdì si sveglierà ancora all’alba e servirà i clienti. Poi, la Pizzeria Otello rimarrà solo un grande ricordo della Pesaro che fu.