Meningite, bimba ricoverata. Non era vaccinata

Medico posta la notizia su Facebook, scoppia la polemica tra favorevoli e contrari

LE CURE Una bimba ricoverata nel reparto di Pediatria  viene assistita da un infermiere (foto d’archivio)

LE CURE Una bimba ricoverata nel reparto di Pediatria viene assistita da un infermiere (foto d’archivio)

Pesaro, 25 febbraio 2016 - Nel Forsempronese un caso di meningite acuta batterica, ma nessun rischio di contagio. Una bimba di 3 anni è per questo ora ricoverata nel reparto di Pediatria di Marche Nord.

Non è stata vaccinata ed ha contratto l’infezione. La vaccinazione antipneumococcica, completamente gratuita, è una di quelle cosiddette «facoltative» ma fortemente raccomandata dai medici: la prima dose si effettua al 3 mese di vita (insieme all’esavalente) e poi ci sono richiami successivi a 6 mesi e un anno. Lo pneumococco è infatti una delle principali cause di meningite batterica, in particolare bei bimbi sotto i 5 anni e negli anziani.

E’ STATO il dottor Marco Monaldi, dirigente medico del Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento Prevenzione Pesaro Asur Marche Area Vasta 1, a darne notizia l’alta sera. L’ha scritto su Facebook, nel gruppo «La Fano che ci piace o non ci piace»: un post che in poche ore è stato condiviso da 28 persone e letto da diverse centinaia. «Caso di Meningite acuta batterica da Pneumococco in bimba di 3 anni residente nella nostra EX-ZT 3 Fano – si legge –. Si controlla la situazione vaccinale: tutte le vaccinazioni sono state rifiutate sin dalla prima chiamata. Dispiace molto che i genitori si siano trovati in questa grave e preoccupante situazione, così come la bimba non si sia potuta difendere da questa minacciosa malattia per la quale il vaccino è già raccomandato sin dai 3 mesi di vita. Un augurio alla piccola di completa guarigione e un appello a tutti i neo-genitori a non pensare che tutte le vaccinazioni raccomandate e gratuite siano superflue o pericolose, bisogna temere le gravi malattie e non i vaccini che salvano la vita. Diffidate delle parole che discreditano le vaccinazioni lette su Internet o pronunciate da pseudo-medici e sanitari non DOCG» ovvero denominazione di origine controllata garantita.

Raccomandazioni che comunque non sono state sufficienti a impedire che si scatenasse l’ennesima polemica ‘social’ tra vaccinisti ed antivaccinisti, questi ultimi peraltro sempre più numerosi come confermano i minori livelli di copertura registrati negli ultimi tempi soprattutto nelle zone dell’entroterra, dove sono attive associazioni particolarmente radicate sul territorio.

NON È VOLUTO entrare nei particolari il dottor Monaldi, rispondendo alle domande preoccupate di alcuni internauti che domandavano dove fosse accaduto. «Si tratta di uno di quei 2-3 Comuni dove maggiore è l’astensione dai vaccini e dove, giocoforza, è maggiore la circolazione di malattie batteriche e virali con maggior rischio che un vero focolaio epidemico possa verificarsi. Nessun timore per chi si è vaccinato, i rischi sono a carico dei bambini non vaccinati; è finita (purtroppo) la cosiddetta protezione passiva o di gregge, le percentuali sono scese troppo al di sotto dei livelli di guardia». Questo vuol dire rischio di epidemie. Un allarme già lanciato nella vicina Pesaro.

SONO SOPRATTUTTO i comuni dell’entroterra quelli in cui c’è più resistenza, da parte dei genitori, a vaccinare i figli. Comunità come Fossombrone, San Costanzo, Mondolfo e Montefelcino dove, secondo le statistiche del Dipartimento Prevenzione, è più forte la presenza di comitati anti-vaccinazione. Si fa poi confusione tra i vaccini: mentre l’anti-Men C è gratuita, la vaccinazione antimeningococcica B non rientra nel piano vaccinale regionale e costa più di 80 euro.

«E’ vero – conclude il dottor Marco Monaldi -, speriamo che il ticket venga eliminato o ridotto, tuttavia non dimentichiamo che la vaccinazione anti-Men B, unitamente a quella gratuita anti-Men C porta la protezione all’85-90% nei confronti delle forme presenti in Italia ed Europa».

ti.pe.