Pesaro, 28 maggio 2010 - "La secessione dell’alta Valmarecchia dalle Marche alla Romagna è dovuta non solo a fattori oggettivi legati all’idrografia, geografia fisica, economia, storia, cultura e viabilità ma anche, forse soprattutto, ad una questione identitaria che in qualche modo riguarda una geografia delle emozioni e dell’appartenenza. Tale secessione, evento unico nella storia costituzionale, ha anche messo in evidenza come i confini amministrativi, normalmente percepiti come intangibili, possano cambiare se tale modifica risponde ad esigenze reali della popolazione".

 

"I confini di quella che è oggi la regione amministrativa marchigiana sono, del resto, mutati in continuazione nel corso dei secoli e l’attuale disposizione è, diciamolo senza remore, il frutto di un ordinamento imposto dall’alto e frutto del periodo storico. La mancata nascita di un sentimento di 'marchigianità' e la oggettiva esistenza, più che in altre regioni, di confini interni profondi nella storia, cultura e lingua, rendono la regione molto debole sul piano identitario, con ricadute anche sul versante politico".

 

"Mi limiterei a dire che la Provincia di Pesaro e Urbino, che non è mai stata Marca nemmeno toponomasticamente, bensì Ducato (di Urbino), forse non sarà pienamente 'Romagna' in tutte le sue parti ma non è e non si sente nemmeno 'Marche' e tanto meno lo è diventata dopo decenni di convivenza amministrativa. Numerosi autori segnalano l’assenza di unitarietà regionale culturale ed economica, il fatto che si parlino lingue locali di quattro ceppi diversi, il dato che il nord graviti su Milano e il sud su Roma ecc. Molti di questi aspetti sono stati anche da me analizzati nel convegno internazionale 'Territori Emotivi-Geografie Emozionali', organizzato dal professor Peris Persi, geografo dell’Università di Urbino".

 

"La discussione sulla secessione, acuita dall’ipotesi di una regione Romagna, sta assumendo toni quasi 'dogmatici' in alcuni interventi. Credo che sia necessario affrontare la questione non in nome di una inesistente superiorità dell’una o dell’altra regione, ma tenendo presente che la provincia di Pesaro e Urbino è davvero un territorio di passaggio tra Romagna e Marche, un territorio 'marchignolo' come direbbe Fabio Tombari, e che i confini amministrativi regionali, come quelli statuali, possano cambiare tenendo conto di dati geografici oggettivi ma anche di aspettative e sentimenti della popolazione. In questo senso l’inatteso successo della secessione altomarecchiese ha dato la stura all’espressione di sentimenti sopiti e considerati, in precedenza, quasi inconfessabili".