Elezioni 2018, ma dov’è finito il deputato Cecconi dei 5 Stelle?

Assente alla campagna elettorale, ha anche oscurato il profilo Facebook

Andrea Cecconi dei 5 Stelle (Fotoprint)

Andrea Cecconi dei 5 Stelle (Fotoprint)

Pesaro, 8 febbraio 2018 - Ma dov'è finito Andrea Cecconi? Com’è possibile che un deputato uscente, nonché candidato in lista per le prossime elezioni parlamentari abbia praticamente staccato il telefono, oscurato il suo profilo facebook e cancellato ogni rapporto con i sostenitori del suo stesso partito, il M5S? Una domanda che, lo si capisce dal presupposto, è ovviamente retorica.

In una situazione surreale in cui il principale esponente di una forza politica scompare all’avvio della campagna elettorale che lo riguarda direttamente. «Cecconi? Sono due-tre giorni che lo cerco anch’io. Il telefono è staccato. Spero sempre mi risponda. Non so niente e non so cosa dire...», Fabrizio Pazzaglia, capogruppo in consiglio comunale di M5S è anche un amico e sostenitore del parlamentare. Stupito lui, come lo sono tutti gli attivisti dei 5 Stelle, che avevano triplicato i consensi per Andrea Cecconi nelle recentissime parlamentarie.

Luigi Di Maio presenta i 20 punti del programma M5S (Imagoeconomica)

Ufficialmente il movimento rimanda al post pubblicato sul Blog a 5 stelle in cui si sottolinea che «a seguito di alcune segnalazioni sulle rendicontazioni dei portavoce del Movimento 5 Stelle è emerso che Andrea Cecconi e Carlo Martelli non erano in regola con le restituzioni. Hanno immediatamente proceduto ad effettuare il versamento al Fondo del Microcredito e sono stati segnalati ai Probiviri». Dal momento di questa pubblicazione, la vita pubblica del parlamentare pesarese è svanita. L’ultimo passaggio è l’oscuramento del profilo facebook, che per un grillino è come fare un harakiri rituale per un samurai.

In più da Roma rimbalzano indiscrezioni su continue riunioni dei vertici del Movimento sul caso in questione. Che, a quanto pare, nulla c’entra con gli scontrini, tanto che M5S ha risposto al Corriere della Sera così: «Non esiste alcun caso scontrini. Ci si limita a riportare quanto già segnalato da noi in un post pubblicato sul Blog: "A seguito di verifiche abbiamo riscontrato due casi di incongruenze nelle rendicontazioni, tempestivamente segnalate ai probiviri e comunque già sanate"». Quindi niente ritardi nei versamenti (che sono endemici per tutti), bensì incongruenze nella documentazione. Così gravi da mettere alla berlina due importanti parlamentari uscenti, peraltro posizionati sicuri di essere rieletti.

Cosa decideranno i probiviri? Inutile fare previsioni, anche perché nel movimento si sarebbe aperta la solita frattura tra i ‘duri e puri’ e l’area Di Maio. I primi sono per l’opzione più pesante nei confronti dei due, gli altri per una fuoriuscita ‘concordata’.

Pare quasi scontato che Cecconi non farà più campagna elettorale da qui al 4 marzo. E la sua permanenza all’interno del Movimento potrebbe essere definitivamente conclusa il giorno dopo l’apertura delle urne. Magari con una sentenza dei probiviri a elezioni concluse, comunque vadano le cose. Certo è che ipotizzare adesso come andranno a finire le cose è come fare un terno al lotto. I vertici dei 5 Stelle sono stretti tra la necessità di fare chiarezza e il dubbio di subire danni elettorali ancor più grossi di quelli ipotizzati con il permanere del mistero Cecconi.