Matteo Ricci: "Grazie ai sindaci il Pd può ritrovare un’anima popolare"

Il primo cittadino di Pesaro in corsa per la segreteria

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, in corsa per la guida del Pd

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, in corsa per la guida del Pd

Pesaro, 28 settembre 2022 - Matteo Ricci, allora il dado è tratto? Si candida per la segreteria del Pd?

"È presto per parlare di nomi – risponde il sindaco di Pesaro – e non basterà il cambio del segretario per ripartire. Dobbiamo ristabilire un rapporto profondo col popolo. Per fare questo penso che serva la sinistra di prossimità degli amministratori locali e sicuramente darò come gli altri il mio contributo di idee".

Partiamo dall’analisi: dove ha sbagliato Letta e dove ha sbagliato il Pd in generale?

"La causa principale della sconfitta è banalmente la divisione. La destra si è unita in un patto di potere, il fronte democratico si è diviso in tre. La destra è netta maggioranza nel Parlamento, ma non nel Paese. Il problema non era il campo largo, ma non essere riusciti a farlo. Poi, certo, abbiamo anche fatto degli errori in campagna elettorale, ma è troppo facile ora buttare la croce su Letta. È ingeneroso".

Il Pd ha cambiato 7 segretari in 15 anni di vita: c’è qualcosa che non va nel motore piuttosto che in chi lo guida? Cioè, il Pd va rifondato dalle basi?

"Sì, se pensiamo che cambiando l’ennesimo segretario abbiamo risolto i problemi, non abbiamo capito nulla. A quindici anni dalla nascita del Pd ci troviamo una ex missina la governo. Evidentemente più di qualcosa non ha funzionato. In quindici anni abbiamo avuto cambiamenti epocali, è il momento di aggiornare il pensiero, il linguaggio e l’organizzazione della sinistra riformista italiana".

Il Pd in fondo ha avuto l’ambizione di rappresentare tutto e il contrario di tutto. Qual è il nuovo modello di partito che ha in testa?

"Dobbiamo capire perché a livello nazionale non siamo visti sufficientemente come la forza del riscatto sociale e della lotta alle disuguaglianze, elemento fondante di una forza di sinistra. E perché non abbastanza come forza moderna, negli ingranaggi dell’economia e del lavoro. Cosa che invece avviene a livello locale, dove infatti spesso vinciamo e convinciamo. Insomma, non basta la responsabilità, ci vuole un’anima popolare".

Viene citata l’alleanza a Pesaro che ha portato una rappresentante dei Cinque Stelle in giunta. Un conto è un assessore, un conto è riaprire il tavolo nazionale con i 5 Stelle.

"Sono livelli diversi, ma dai territori qualcosa dobbiamo cogliere. I Cinque Stelle di Pesaro di certo non mi volevano bene, poi abbiamo superato la diffidenza e lavorando sulle cose abbiamo allargato la maggioranza, primi in Italia. E stiamo lavorando benissimo da due anni insieme; perché non si può fare a livello nazionale? Certo, nessuno può cancellare la responsabilità storica di Conte sulla caduta del governo Draghi, che ha aperto il governo alle destre. Ma io non dimentico neanche la caduta del governo Conte-Gualtieri a causa di Renzi. Se avessimo continuato quell’esperienza di buon governo durante la pandemia, probabilmente non avremmo avuto le divisioni, che ci hanno portato alla sconfitta".

Elezioni 2022 Marche, Acquaroli: "Risultato storico". Già pronti i nuovi assessori

Elezioni 2022, eletti Marche: ok Carloni, Latini e Castelli. Resta fuori la Vezzali