Sanità, scontro per l'esclusione di Urbino dai posti di terapia intensiva

Il sindaco Gambini e l'assessore Foschi e il Pd intervengono sulle scelte della Regione

Il presidente Ceriscioli con il sindaco di Urbino, Gambini, si sono parlati a Urbania

Il presidente Ceriscioli con il sindaco di Urbino, Gambini, si sono parlati a Urbania

Urbino, 21 giugno 2020 – Sulla decisione di assegnare posti letto di terapia intensiva e sub intensiva a numerosi ospedali delle Marche, ma non a Urbino, è ormai scontro politico. “Le argomentazioni presentate dal direttore generale Asur Storti e dal direttore di Area Vasta Magnoni in merito all’assegnazione regionale di nuovi posti di terapia intensiva e sub intensiva sono prive di sostanza – dicono il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e l'assessore comunale alla sanità Elisabetta Foschi –. Durante l’emergenza l’ospedale di Urbino è stato a tutti gli effetti ospedale Covid, come dimostrano anche le tabelle del Gores che riportavano quotidianamente i dati dei pazienti Covid ricoverati nel nostro ospedale. La definizione “no Covid” è stata soltanto sulla carta, cosa riconosciuta dallo stesso presidente Ceriscioli. Quindi Urbino deve essere inclusa nella ripartizione dei nuovi posti letti al pari degli altri ospedali Covid. Se la programmazione futura prevede che Urbino sia ospedale pulito con “funzione suppletiva che va a vicariare tutte le eventuali attività ordinarie che non possono essere svolte da Pesaro”, come i direttori riportano, i quattro posti letto di terapia intensiva di cui è attualmente dotato non sarebbero ugualmente sufficienti a rispondere alle esigenze dei malati no Covid provenienti dalla costa. Quindi non solo non viene riconosciuto a Urbino il ruolo che ha avuto durante la fase acuta dell’emergenza, ma viene anche penalizzato dall’organizzazione prevista in caso di una recrudescenza dell’epidemia nei prossimi mesi, lasciandolo ancora una volta senza una struttura adeguata ad affrontare un aumento della richiesta di cure. Infatti bisogna considerare che l’obiettivo del Decreto del Governo nel dare disposizione alle Regioni di rafforzare la rete ospedaliera non è volta soltanto a migliorare la gestione dell’emergenza, ma anche a impedire quanto successo nei mesi addietro, quando le strutture sono state assediate da pazienti Covid e non sono riuscite più a rispondere alle esigenze e necessità di altri malati. Di conseguenza molti malati hanno rinunciato a rivolgersi ai pronto soccorso e agli ospedali per timore di contrarre il virus. Questo è lo scenario che dobbiamo scongiurare, dotando tutti gli ospedali di strutture idonee. Preciso che i posti assegnati dalla Regione non sono temporanei ma strutturali, ossia definitivi per le strutture individuate, quindi Pesaro rimarrà con 68 posti letto in più (41 di terapia intensiva e 27 di sub intensiva) anche passata l’emergenza Covid, mentre Urbino – concludono Gambini e Foschi – non avrà questa possibilità”.

Urbino, da sinistra Lorenzo Santi (Pd Urbino), Monica Scaramucci e Rosetta Fulvi (Pd Prov)
Urbino, da sinistra Lorenzo Santi (Pd Urbino), Monica Scaramucci e Rosetta Fulvi (Pd Prov)