Spese sindaco Pesaro: ecco treni, taxi, alberghi, cene e viaggi

Ricci in trasferta nella Capitale oltre trenta volta l’anno, soprattutto per due motivi: Ali e a seguire la tv

Pesaro, 4 febbraio 2023 – A Matteo Ricci toglietigli tutto, meno che il suo treno per Roma. Ci va in media tre volte al mese, spende 130 euro andata e ritorno, e il motivo principale è la riunione con l’Ali, autonomie locali italiane, di cui il sindaco di Pesaro è il presidente. Poi ci sono i motivi secondari, come l’Anci ma in particolare la Tv che frequenta dal vivo (ad esempio da Floris in studio martedì scorso) e anche da lontano con i collegamenti avendo conquistato ormai una certa naturalezza da telecamera. Spulciando il suo rendiconto annuale delle spese di trasferte e missioni pagate dall’amministrazione comunale (è un obbligo pubblicarle) si vede che dal 2019 al 2022 il barometro dei costi volge all’insù passando da 2.579 euro agli 8.112,26 euro rendicontati a dicembre 2022.

Il cronoprogramma si basa su treni, taxi, hotel (80 euro la media) e pasti anche se c’è un mistero da risolvere proprio su ques’ultimi. Il sindaco a Roma o ovunque si trovi mangia poco o nulla. Ad esempio a settembre 2022, viaggio a Parma poi diretto a Roma per riunioni su Capitale della cultura ha speso in totale 12 euro di pasti. Nemmeno una pizza con una birra. A Roma, novembre 2022, per incontrare il ministro dello sport Abodi, il pasto consumato da Ricci è costato al Comune 11,10 euro. Anche con gli alberghi spende poco: tra i 70 e gli 80 euro.

Quando è volato a Parigi per la festa della Repubblica italiana organizzata dall’Unesco nel giugno 2022, il pranzo in un ristorante di Parigi è costato 13 euro, o meglio è la somma fatta pagare al Comune oltre ovviamente al volo (387 euro e il taxi 70,90). Chiaramente, i pasti sono stati pagati in qualche forma o dal diretto interessato o da qualche altra istituzione, comunque non dal comune di Pesaro. Soltanto nel marzo 2022, con la proclamazione a Roma di Pesaro Capitale della cultura 2024 il sindaco si è abbandonato in un clima di euforia a pranzi o forse anche cene più sostanziosi per un totale di 63,30 euro. Ma è ricorrente un fatto: Ricci stenta a far pagare all’amministrazione i pasti durante le sue missioni.

Tra gennaio 2022 e luglio 2022, su 25 trasferte a Roma, Parigi, Firenze, Procida, Torino e Bari ha portato scontrini in Comune per soli 2 pasti, il cui costo complessivo è stato di 76 euro, Parigi compresa. Ha mangiato di più tra agosto e dicembre, quattro volte in totale su 11 trasferte. Un pasto è stato consumato a Roma nel settembre 2022 per 12 euro, un secondo sempre a Roma a novembre per 22,25 euro, un terzo sempre per il famoso incontro col ministro Abodi per 11,10 euro e un quarto a dicembre, per l’incontro a Roma su Stato città consumando un pranzo per 20,75 euro. Ricci difficilmente rischia di ingrassare in trasferta.

Che mangi poco a spese del Comune non è una scelta dell’ultimo anno. Nel 2021, su 38 missioni, perlopiù a Roma, ha mangiato tre volte per rispettivamente 10 euro, 17 euro per l’inaugurazione della sede Ali per 63 euro. Il costo di tutte le missioni nel 2021, con la pandemia ben presente, è stato di 6.319 euro. Meno nel 2020, con una spesa totale dell’anno pari a 4.300,9 euro, con destinazione soprattutto Roma per incontri tv così come a Torino sempre per la tv, andando anche al Maurizio Costanzo show. Nel 2019 le spese furono ancora più basse, 2.579,9 euro con i pranzi che oscillavano tra 10 euro a Roma, ai 16,75 a Genova, ai 13,50 a Roma, ai 10 euro a Como, i 9 euro a Palermo per l’incontro sulle mille periferie, i 24 euro di Matera fino ai 52 euro di Montecitorio per un incontro e i 57 euro per un pasto all’incontro con l’allora primo ministro Conte.

Anche nella prima legislatura di sindaco, dal 2014 al 2019, le spese per sue trasferte e missioni fatte pagare al Comune si possono definire sotto traccia: 1.322 euro per l’intero 2017, e poi 2,317 euro nel 2015, oltre a 3.693 euro nel 2016 e 2.579,9 nel 2019. Qui, a febbraio, si era abbandonato ad un pasto al Bit di Milano del costo di 5 euro. Insomma, i ristoratori di Roma, Milano, Parigi, con Ricci non diventano ricchi. Ma le Ferrovie sì.