Fossombrone (Pesaro e Urbino), 3 agosto 2013 - Dal sito di Forum Sempronii spuntano un nuovo mosaico e 50 tombe del 6° e 7° secolo dopo Cristo, nella zona delle botteghe: il professor Mario Luni, con i suoi archeologi, primo fra tutti Oscar Mei, che segue gli scavi da quando era bambino, ieri erano sul posto, per 'lavare' il mosaico con figure di cane che si trova come all’ingresso di una stanza, forse a riprendere il diffuso avvertimento “cave canem”, e continuare a scavare le tombe rinvenute, in un settore della città romana molto importante perché qui sono state trovate, tempo fa, delle tavole bronzee.
 

"Il mosaico è venuto alla luce la scorsa settimana — spiega Laura Invernizzi, laureanda dell’Università di Urbino, al lavoro insieme ad alcuni giovani provenienti da vari Paesi stranieri —, è un mosaico figurato e ancora dobbiamo studiarlo: vediamo due cani, una scena di caccia, chissà, è tutto da definire. E’ molto emozionante pensare che siano rimasti sotto la terra più di 2mila anni e che siamo noi i primi a vederli".
 

"Quest’anno è il 40° anno di lavoro da parte dell’Università di Urbino e 40 anni fa qui c’era un campo di grano — ha ricordato il professor Mario Luni, direttore degli scavi —: si è proceduto annualmente con gli studenti dell’Università, con i collaboratori, con gli amici dell’archeologia. Sulla base del volontariato si è creato così l’unico parco archeologico della provincia di Pesaro e Urbino, uno dei 7 della regione Marche, riconosciuto per legge e ogni anno devo dire che abbiamo sorprese: questo era un centro situato lungo al Flaminia e tutti coloro che dal Nord volevano andare a Roma dovevano passare di qui. Da ultimo abbiamo trovato numerose monete, provenienti da zecche lontane, un anello d’oro, negli anni passati una spilla a forma di farfalla, un orecchino, oggetti vari appartenuti a forsempronesi che se li sono persi, assieme a chiavi di casa e altro".
 

A fianco del mosaico e delle botteghe, sono venute alla luce anche tante tombe: "In questo piccolo fazzoletto di terra abbiamo trovato 50 tombe — spiega l’archeologo Oscar Mei —, databili al 6°-7° secolo dopo Cristo, quindi quando questa parte di città romana era abbandonata. I corpi sono stati sepolti nelle rovine della città di età imperiale: i resti scheletrici sono visibili ma sono molto rovinati perché, essendo sulle rovine, sono molto in alto e sono stati sconvolti dalle arature. Attualmente è in corso uno studio anche sui resti ossei da parte del professor Gobbi dell’Università di Urbino, che sta rivelando dettagli sconvolgenti sulla dieta e sulle loro caratteristiche: sono stati sepolti individui altissimi, uomini da 1,80 metri e donne da 1,70, forse deceduti per un’epidemia, abitanti di un villaggio alto medievale".

Sul luogo, anche l’assessore ai beni culturali di Fossombrone Paride Prussiani: "Ogni anno ci rendiamo conto di quanto la Fossombrone romana fosse simile a quella di oggi, perché ci sono negozi, le botteghe, a fianco e lungo la via principale, la Flaminia".
 

Lara Ottaviani