Tavullia, 19 agosto 2013 - Continua il giallo di Tavullia. Un altro particolare sopraggiunge  a rendere ancora più inquietante la vicenda del ritrovamento del cadavere del 30enne nigeriano nei boschi di Belvedere Fogliense, nei pressi di Tavullia (Pesaro Urbino). Infatti, secondo le prime indiscrezioni emerse dall’autopsia, il giovane aveva una ferita all’altezza del cuore, come di un colpo di arma da taglio. La notizia non è stata ancora ufficialmente confermata. 

Inizialmente si era ipotizzato un suicidio per depressione. Ma la ferita, che complica il quadro investigativo. non sembra compatibile con un suicidio per accoltellamento, e non si esclude che l’uomo sia stato ucciso altrove e poi portato da qualcuno nei boschi per nasconderne piu’ agevolmente il corpo. I carabinieri di Pesaro, titolari delle indagini coordinate dal pm Silvia Cecchi, non confermano neppure l’identita’ del giovane, dovrebbe trattarsi di un operaio da poco licenziato residente a Montegridolfo del quale i familiari avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri di Saludecio.

Oggi  sono stati prelevati il Dna e le impronte della vittima e saranno inviati all’esame del Ris di Roma. Il corpo dell'uomo era stato ritrovato per caso da un uomo a passeggio con il cane. Era in avanzato stato di decomposizione.

La procura di Pesaro per ora ha aperto un fascicolo limitato al ritrovamento, ma a breve potrebbe allargare il raggio dell’inchiesta all’ipotesi di omicidio volontario. Si indaga sulle amicizie del giovane, arrivato da pochi mesi a Montegridolfo (Rimini), dove viveva in una casa popolare con la famiglia della sorella.

E proprio questa mattina la sorella è stata chiamata per il riconoscimento: ha confermato che gli indumenti, calzoncini e maglietta, erano quelli del fratello, Stanley Agho, 31 anni, la cui scomparsa era stata denunciata dai parenti il 23 luglio scorso.