Pesaro, 10 agosto 2010 - Si e’ aperto, ieri sera al Teatro Rossini, il trentunesimo Rof con la prima mondiale in epoca moderna del 'Sigismondo' in edizione critica. Un’opera tragica, dura, ossessiva, che il regista Damiano Michieletto ha ambientato, per tutto il primo atto, in un vero manicomio. Un’opera piena di musica originale, che poi, come gli era usuale, Rossini ha saccheggiato senza tante remore per le opere successive.

 

Fa un certo effetto sentire la stessa musica che nel Barbiere di Siviglia accompagna momenti farseschi, farsi drammatica nella storia piena di pazzia e rabbia di Sigismondo, re di Polonia. Una regia moderna, novecentesca, che «vuole fare discutere», dicono Gianfranco Mariotti ed Alberto Zedda. Che ha fatto discutere, fino a far emergere qualche dissenso tra i melomani più accaniti che hanno giudicato un po’ "violenta" l’ambientazione scenica del manicomio. Moderna la direzione musicale dell’enfant du pays Michele Mariotti e bravi i cantanti.

 

Due colonne del festival come Daniela Barcellona, tirata a lucido fisicamente, e Antonino Siragusa. E giovani ma affermati talenti passati per Pesaro e per le sue scuole (Conservatorio e Accademia Rossiniana) come Andrea Concetti, marchigiano, Olga Peretyatko ed Enea Scala. Il pubblico ha gremito il teatro. "Rossini" pieno e con stranieri in maggioranza. Stesso discorso per le altre prime. Dopofestival chez Silvana Ratti, compreso il neo-assessore alla Cultura Pietro Marcolini, una new entry molto apprezzata per garbo ed attenzione.