Pesaro, 24 giugno 2011 - Ieri sera, in piazza, l’appuntamento con il cinema russo contemporaneo e con la regista Svetlana Proskurina, sul palco insieme al direttore artistico Giovanni Spagnoletti. All’interno della sua biografia artistica va ricordata la sua partecipazione alla sceneggiatura dell’Arca Russa (2002) di Aleksandr Sokurov: al maestro russo, la Proskurina ha anche dedicato un ritratto ( Ostrov. Aleksandr Sokurov) che verrà presentato domani alla Mostra. Come il titolo del film suggerisce, in Peremirie/Truce c’è il concetto di 'tregua'     e di come esso rappresenta al meglio lo stato in cui vivono i cittadini russi: una situazione di sospensione, naturale ed immutabile proprio come quella del camionista Egor Matveev, (splendidamente interpretato da Ivan Dobronravov, il protagonista de Il ritorno di Andrej Zvjagincev).

Dopo una serie di peregrinazioni il giovane arriva in un villaggio non segnato su nessuna carta geografica, che potrebbe essere il suo luogo natale. Lì è testimone di un conflitto scoppiato da lungo tempo tra i lavoratori di una miniera locale e gli abitanti della città, le cui cause restano misteriose. Ed incontra alcuni suoi amici d’infanzia che sembrano profondamente compromessi in affari illegali. Nonostante l’atmosfera, Egor decide di restare e cercare moglie proprio lì, nella speranza di porre una tregua alle sofferenze e alla noia di un’intera esistenza. Così incontra Katja che lo costringerà a confrontarsi con un nuovo conflitto. Considerata una delle più importanti registe russe contemporanee, la Proskurina con questo suo ultimo lavoro, ha già vinto il Primo Premio all’ Open Russian Film Festival Kinotavr di Sochi (2010), oltre che il Premio per il migliore attore andato al giovane Ivan Dobronravov.

 

DOCUMENTARI DALLA RUSSIA

Continua anche per oggi l’omaggio che il Festival di Pesaro rende al trio di registi russi Antoine Cattin, Pavel Kostomarov e Aleksandr Rastorguev con una pellicola firmata da quest’ultimo nel 2005 dal lunghissimo titolo Dikij, dikij pljaz. Zar neznych / Tender’s Heat : Wild Wild Beach. Durante i centoventicinque minuti di girato, l’autore vuole mostrare al mondo il fenomeno per cui in estate, uno sfrenato turismo inonda la costa orientale del Mar Nero. Nel film questo dato apparentemente irrilevante, si trasforma in un incredibile racconto delle anime più stravaganti della Russia, delle loro fantasie, perversioni e desideri, sullo sfondo del neocapitalismo odierno, ancora però radicato nell’antica era sovietica. Tra i protagonisti (anche Putin fa una apparizione, vestito in modo casual) spicca una giovane coppia perennemente ubriaca, un uomo con il suo cammello che si guadagna da vivere sulla spiaggia, un dongiovanni, e un nano che si sposa con una giovane donna. Il carattere dell’Uomo è sviscerato così nei suoi aspetti più complessi.


EVENTO SPECIALE BERTOLUCCI


Il programma di oggi dedicato alla filmografia di Bertolucci consta di tre proiezioni: Le lavoranti a domicilio, Il tè nel deserto e Novecento. Il primo raccoglie le testimonianze di un gruppo di operaie carpigiane che denunciano la loro condizione di sfruttamento, in un’epoca - i primi anni settanta - in cui gli asili pubblici e i servizi sociali erano ancora un miraggio e per le donne la scelta del lavoro si pagava a caro prezzo. Le immagini del film - selezionate e montate da Guido Albonetti - fanno parte di un materiale più ampio (circa due ore in 16mm b/n) girato da Bernardo e Giuseppe Bertolucci a Carpi nel 1971, conservato in archivio; questo materiale sarebbe dovuto diventare un film inchiesta sulla condizione delle lavoranti a domicilio, quell’universo sommerso di operaie tessili costrette ad abbandonare la fabbrica (anche per maternità) e a lavorare per poche lire". A seguire il celebre Il tè nel deserto del 1990 e in serata Novecento, primo atto e secondo atto, per una maratona cinefila di 310’.