Rossini Opera Festival 2019, il maestro Renzetti: "La Riconoscenza anticipa grandi opere"

Dirige la cantata di Rossini La Riconoscenza

Donato Renzetti

Donato Renzetti

Pesaro, 14 agosto 2019 – E’ uno fra i più celebri direttori d’orchestra di scuola italiana e grande didatta. Il Maestro Donato Renzetti a Pesaro dirige la cantata La riconoscenza (Teatro Rossini, 14 agosto, ore 16). Maestro, lei è un veterano del Rossini Opera Festival. Con quante presenze? “Tante. Quando vengo a Pesaro mi emoziono sempre. Nell’81 e nell’82 diressi l’Italiana in Algeri. Dall’81 all’89 ogni anno sono tornato e poi ancora con opere e concerti per un totale di 15 volte”. Ci dica de La Riconoscenza. “Rossini scrisse diverse cantate. In questo caso una cantata pastorale dedicata ai Borboni. E’ un’opera breve che si propone anche scenicamente. Tuttavia in essa c’è tutto Rossini: estrema brillantezza ritmica, le difficoltà del belcanto specie per il soprano ed il tenore. Un’opera importante dal punto di vista vocale e stilistico con qualche anticipazione delle grandi opere”. Come procedono le prove? “Molto bene. I cantanti sono molto bravi e poi la soddisfazione di dirigere la mia orchestra, la Filarmonica Gioachino Rossini con la quale abbiamo avuto già una collaborazione di tre anni. Recentemente abbiamo inciso tutte le Sinfonie di Rossini con la Decca”. Ce ne parli. “Sono molto felice di lavorare questa volta con la FGR. Dopo gli anni passati a dirigere grandi orchestre come quella della RAI e del Comunale di Bologna, la London Simphony, in questo caso c’è una soddisfazione maggiore perché tutta italiana. Il destino ha voluto questo: io cercavo un’orchestra. E combinazione l’ho trovata a Pesaro che è un po’ la mia città perché sono legato al ROF e non solo. Un ritorno un po’ nostalgico da parte mia …”. Nella cantata interviene anche un coro del territorio, quello del Teatro della Fortuna di Fano. “E’ stata una piacevole sorpresa. E’ un coro che è nato con la sua Maestra (Mirca Rosciani) che ho conosciuto. Dobbiamo aiutare e valorizzare le nostre regioni. Io ho fatto battaglie per questo. Sono veramente felice che Pesaro abbia due orchestre. Io ho diretto la Sinfonica Rossini e ora dirigo la Filarmonica. Sono stato 5/6 anni alla Marchigiana. Quindi diciamo che le Marche oltre ad avere numerosissimi teatri ha addirittura tre orchestre quindi una regione molto avanzata culturalmente. E’ opportuno continuare su questa strada”. Nel cast figura anche Carmela Remigio.

“Con Remigio ho lavorato molto in opere e concerti. Siamo entrambi abruzzesi e cocciuti. Gli altri sono ragazzi di una nuova generazione che sta crescendo bene. Io lavoro molto con i giovani. Fra l’altro ho inventato ad Arezzo il RARO Festival: musica rara, inedita, abbinata alla tradizione, dove lascio molto spazio ai giovani”. Perché? “Spesso i giovani oggi vanno subito catapultati nei grandi teatri e questo non va molto bene perché gli si brucia un po’ la carriera. Quindi ben vengano queste istituzioni che fanno spettacoli durante tutto l’anno. Anche Pesaro dovrebbe fare opere durante la stagione invernale avendo anche perché ha un teatro prestigioso come il Rossini”. Tornerà presto nella nostra città? “A Pesaro sono sempre presente con la mia orchestra. Registreremo tutte le Sinfonie di Brahms e stiamo elaborando un progetto discografico a lungo Termine. Col Festival ho un bellissimo rapporto anche se non si torna tutti gli anni”. Altri impegni? “Quello di riportare alla luce e di valorizzare il repertorio italiano del Novecento, molto bello, tanto è vero che adesso andrò in Finlandia con una grandissima orchestra, la Filarmonica di Helsinki, per eseguire la Sinfonia n. 2 di Alfredo Casella, autore straordinario che non si fa mai. Siamo famosi in tutto il mondo per il melodramma ma la musica sinfonica non è certo da meno”.