Nek, Pezzali e Renga a Pesaro, il super trio conquista i fan / FOTO

In quasi settemila per la performance dei tre. Due ore e mezzo di show con qualche incertezza e tanti applausi

Renga, Pezzali e Nek in concerto a Pesaro (foto Print)

Renga, Pezzali e Nek in concerto a Pesaro (foto Print)

Pesaro, 30 gennaio 2018 - Erano in tanti all’Adriatic Arena per lo show del trio Nek, Pezzali Renga (quasi 7mila). Un concerto atteso (il quinto dopo l’esordio all’Unipol Arena di Bologna - FOTO), che è sembrato però una fusione a freddo. L’esibizione di Nek, Max Pezzali e Renga - il super trio dell’anno - è stata più una geniale operazione di marketing che un cocktail pienamente riuscito.

A dirla tutta il concerto all’astronave (il quinto di questo tour), è sembrata una maionese impazzita dove gli ingredienti, pur ottimi, non hanno legato al meglio tra loro. E dire che l’idea commerciale c’è tutta di per sé tanto geniale da riempire i palazzetti. Eppure qualcosa ancora non gira come dovrebbe.

Una super band con 9 elementi, una produzione impeccabile, tre campioni di hit commerciali con 30 anni di carriere folgoranti alle spalle sono il miglior biglietto da visita per un’operazione di successo. Eppure nonostante questo mix, quell’amalgama auspicabile da un progetto studiato nei minimi dettagli, non c’è ancora. Le criticità? Prima di tutto la voce di Max Pezzali che, pur e intonata e rotonda, mostra alla lunga tutti i suoi limiti rispetto a quelle più dotate dei suoi compagni. E poi il fatto che 37 brani - seppure quasi tutte hit - finiscono per essere davvero troppi. Il lungo viaggio della premiata ditta NPR è partito con il singolo che ha annunciato il progetto: Duri da battere. E al di là di delle ironie di qualche blogger buontempone “piuttosto da abbattere”, i tre si sono messi in gioco con generosità. 

Nek (al secolo Filippo Neviani), è apparso il più in forma di tutti. Ha imbracciato chitarra acustica, basso elettrico e sfoderato una voce sicura e potente. Ben più degli acuti di Renga, che pure come estensione non ha nulla da invidiare al cantante di Sassuolo. Il buon Max Pezzali, che rischiava di giocare il ruolo di comparsa, si è fatto perdonare per la sua simpatia, per l’innata umiltà e per il suo saper mettersi in gioco. E poi le sue canzoni Hanno ucciso l’uomo ragno; Come mai; Gli anni; L’universo tranne noi; Sei un mito, guarda caso, sono state le più cantate dal pubblico. 

E’ stata comunque una lunga cavalcata negli anni, scivolata via tra i Sanremo e i Festivalbar; tra le radio e le tv commerciali; tra i palazzetti e le piazze. Un viaggio durato due ore e mezzo - a tratti un po' pesante e che rischiava di trasformarsi in un interminabile karaoke - che ha avuto anche una bella parentesi acustica.

I tre protagonisti hanno ripetuto Pesaro all’infinito scaldando i cuori dei quasi settemila disposti a perdonare tutto pur di sentire le loro hit preferite. Per il resto lo show è girato abbastanza bene con la premiata ditta che ha cantato tutto il repertorio in formazione variabile: in trio, in coppia, come solista. E il mix in verità, come abbiamo detto, non sempre ha funzionato. Ma l’entusiasmo del pubblico si è fatto sentire. Tanto da imporre un bis “monstre” che comprendeva Laura non c’è; Vivendo adesso; Come mai; Fatti avanti amore; Nuova luce; Nord sud ovest est e Tieni il tempo.

Alla fine, nonostante le incertezze, sono stati grandi applausi per tutti. Ma queste sono solo le prime date del tour e - ne siamo certi - con qualche aggiustamento lo show del trio diventerà esattamente come se lo era immaginato il suo ideatore: Claudio Cecchetto.