Rossini Opera Festival Pesaro 2019, applausi e fischi alla prima

La Semiramide di Graham Vick ha aperto la 40esima edizione del Rof tra contestazioni e l'ovazione per il direttore Michele Mariotti

Rossini Opera Festival 2019: "Semiramide"

Rossini Opera Festival 2019: "Semiramide"

Pesaro, 12 agosto 2019 - Dopo lunghi applausi sono arrivati i fischi e i buu alla prima della Semiramide per l’apertura del quarantesimo Rossini Opera Festival (foto) alla Vitrifrigo Arena. Pubblico e critica divisi per la regia visionaria di Graham Vick, ma unanime è stato il consenso per il direttore Michele Mariotti, accolto con un’ovazione, e per i cantanti protagonisti Salome Jicia nel ruolo di Semiramide, Verduhi Abrahamyan come Arsace e Manuel Di Pierro in veste di Assur.

Tanti gli applausi a scena aperta per le arie più celebri. Chiuso il sipario, però, il commento generale sembra una vera stroncatura per quella messa in scena troppo originale, troppo lontana dal testo ottocentesco ispirato a quello di Voltaire. La contemporaneità agghiacciante di Vick è arrivata come un’ondata di gelo sul pubblico rossiniano. Eppure, a onore del vero, va riconosciuto che all’uscita del regista sul palco, c’erano anche gli applausi coperti dai lunghi fischi. Non erano nemmeno pochi, perché soprattutto il pubblico più giovane ha amato quella trasposizione del dramma famigliare ai giorni nostri.

Non c’è più il pathos melodrammatico di 200 anni fa, ma sul palco scorre il dolore di un percorso di psicanalisi. Sullo sfondo un sole disegnato con gesso giallo, nel corso dell’opera diventa parte del disegno completo con lo stile infantile di un bambino, che racconta l’omicidio efferato di suo padre, con tanto di coltello insanguinato in mano alla madre. Su tutto, fin dall’inizio, incombe lo sguardo di Edipo, o dello stesso padre ucciso, mentre si alternano segni di un’infanzia ricordata dolorosamente tra un enorme orsacchiotto e un lettino azzurro ai margini del palco. Semiramide è una donna in carriera senza scrupoli, in giacca e pantaloni da ufficio, mentre la complicità con l’amante-figlio Arsace, interpretato da una donna, nei duetti più intimi diventa allusione a un rapporto lesbo. Una malizia forse non intenzionale dello stesso regista, ma con effetto shock sul pubblico di oggi, non più abituato alle voci femminili nei panni di un uomo come si usava nell’ ‘800. C’è così tanto in questa Semiramide di Vick che andrebbe vista 10 volte. Le repliche ovviamente saranno soltanto tre, alla Vitrifrigo Arena 14, 17 e 20 agosto.