Già il fatto di sentire lo speaker del palas annunciare il suo nome è stato bello, anche se poi non ha messo piede in campo. Ma rivedere capitan Delfino in divisa, vederlo fare riscaldamento e poi incitare tutti dalla panchina, è stato un sollievo per chi ammira questo grande campione che a 40 anni ha ancora nel cuore il desiderio di un ragazzo e ha sofferto per recuperare e tornare sul parquet. Solo lui sa quanto tormento gli dia appoggiare su quel piede operato sette volte e solo lui sa quanto potrà sopportarlo pur di farcela a dare il suo contributo. E pensiamo a cosa sarà questo gruppo quanto rientrerà anche Tambone, il cui infortunio era sembrata lì per lì una tegola di quelle pesanti: di sicuro quello che ’Tambo’ porta al gruppo manca, ma la forza di questa squadra è aver saputo assorbire anche la sua assenza con un giocatore diverso ma umile come lui, pronto a sacrificarsi per gli altri come Gudmundsson. L’islandese - a scanso di equivoci - ha firmato per tre mesi, più del tempo che servirà a Matteo per rientrare, per non rimanere scoperti come accadde due anni fa con l’infortunio di Massenat e ci sarà poi da ragionare se mantenerlo in organico oppure fare scelte diverse rispetto al quinto straniero. Per adesso l’orologio funziona talmente bene che cambiarne i meccanismi sembrerebbe un sacrilegio. Finora la società non ha sbagliato una mossa, costruendo un gruppo che sa adattarsi, anche nelle difficoltà. E se Kravic ha dentro quella cattiveria agonistica mostrata domenica un po’ di cose possono cambiare sotto i tabelloni. Le prossime due partite saranno appassionanti, contro due dirette concorrenti: prima a Trento e poi in casa con Varese, con cui Pesaro divide il titolo di squadra rivelazione dell’andata.  e.f.

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Già il fatto di sentire lo speaker del palas annunciare il suo nome è stato bello, anche se poi non ha messo piede in campo. Ma rivedere capitan Delfino in divisa, vederlo fare riscaldamento e poi incitare tutti dalla panchina, è stato un sollievo per chi ammira questo grande campione che a 40 anni ha ancora nel cuore il desiderio di un ragazzo e ha sofferto per recuperare e tornare sul parquet. Solo lui sa quanto tormento gli dia appoggiare su quel piede operato sette volte e solo lui sa quanto potrà sopportarlo pur di farcela a dare il suo contributo. E pensiamo a cosa sarà questo gruppo quanto rientrerà anche Tambone, il cui infortunio era sembrata lì per lì una tegola di quelle pesanti: di sicuro quello che ’Tambo’ porta al gruppo manca, ma la forza di questa squadra è aver saputo assorbire anche la sua assenza con un giocatore diverso ma umile come lui, pronto a sacrificarsi per gli altri come Gudmundsson. L’islandese - a scanso di equivoci - ha firmato per tre mesi, più del tempo che servirà a Matteo per rientrare, per non rimanere scoperti come accadde due anni fa con l’infortunio di Massenat e ci sarà poi da ragionare se mantenerlo in organico oppure fare scelte diverse rispetto al quinto straniero. Per adesso l’orologio funziona talmente bene che cambiarne i meccanismi sembrerebbe un sacrilegio. Finora la società non ha sbagliato una mossa, costruendo un gruppo che sa adattarsi, anche nelle difficoltà. E se Kravic ha dentro quella cattiveria agonistica mostrata domenica un po’ di cose possono cambiare sotto i tabelloni. Le prossime due partite saranno appassionanti, contro due dirette concorrenti: prima a Trento e poi in casa con Varese, con cui Pesaro divide il titolo di squadra rivelazione dell’andata. 
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