Amadori: "Avrò molto da fare con Casa Vuelle"

Ha chiuso il suo decennio alla presidenza del Consorzio: "Arceci? E’ la scelta giusta. Pizza? Un bravissimo imprenditore. Lasciamogli tempo"

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Il 30 giugno è scaduto il suo mandato da presidente del Consorzio: Luciano Amadori chiude così il suo decennio alla presidenza, passata a Franco Arceci. "La scelta è stata giusta: è una persona equilibrata e capace, ha dato una mano a molte realtà sportive pesaresi, sono sicuro che saprà gestire con la diplomazia che lo contraddistingue anche i momenti difficili, come già faceva in Comune".

Mai avuto ripensamenti?

"Mai. Anche perché una mano la do lo stesso, essendo rimasto nel Cda. E presto avrò molto da fare con Casa Vuelle".

Vuole raccontarci il progetto che ha avuto un contributo dalla Fip?

"Abbiamo costituito una società, Casa Vuelle appunto, di cui sono presidente. Era il mio sogno quello di lasciare alla città una casa per il basket. Sarà un’eccellenza nazionale, con una palestra dove si alleneranno sia la prima squadra che le giovanili, bar e ristorante, una palestra al piano superiore, il centro medico della Fisioclinics del dottor Benelli e al piano interrato un ambiente da sfruttare su cui abbiamo tante idee. La sede della società si trasferirà e ci faremo un museo".

Se si volta indietro il momento peggiore è stato…

"Dover esonerare gli allenatori o tagliare i giocatori, mi è sempre pesato".

E il più bello?

"Ogni nuovo inizio di stagione, adoro le partenze. Sportivamente, la finale di Coppa Italia e i playoff hanno ripagato tante sofferenze ma devo ammettere che alcune salvezze insperate sono state fonte di grande felicità, specie all’inizio, quando avevamo situazioni economiche improponibili per la serie A".

Di che cosa è più soddisfatto? "Della stima di cui godiamo in giro, i prestiti dei grandi club che ci affidano i loro prospetti lo testimoniano: si fidano della nostra serietà. E personalmente, degli attestati che ho avuto quando ho deciso di lasciare, anche da persone che non conosco. Ero un tifoso della Vuelle ai tempi in cui Franco Bertini giocava, esserne diventato dirigente e rapportarsi con questo mondo dandogli del tu, è stato bellissimo".

Ma ha dovuto anche sedare le contestazioni dei tifosi…

"Salivo in curva cercando di spiegare a quei ragazzi le ragioni delle nostre scelte e dei nostri errori. Ma la voce l’ho alzata solo per difendere la mia società e in altre occasioni".

Un episodio che non dimenticherà?

"Delfino che alla cena di fine stagione m’infila la maglia della Nazionale argentina e mi dice: questa finora l’ho regalata solo a mia figlia".

Quanti grazie deve dire?

"Tanti. In assoluto ad Ario Costa, ma anche a Rombaldoni, Cioppi, Magnifico, a tutto lo staff, medici compresi, sempre prodighi di consigli, a Valter Scavolini da cui mi sono sempre rifugiato per la sua grande esperienza e così ho fatto con Bibi Selci, presenza preziosa nel Cda. Poi ai miei consorziati e sponsor, per avermi sempre seguito.

Alla famiglia Beretta, perché disperavamo ormai di trovare uno sponsor e abbiamo trovato degli amici. E alla mia famiglia che mi ha sopportato quando le tensioni erano pesanti".

Cosa dirà a Jasmin Repesa al suo ritorno?

"Quando se ne andò dissi che ero rimasto deluso da lui come uomo anche se come coach non si discute: il mio pensiero è ancora questo".

Chi è Lorenzo Pizza per Amadori? Entrerà nella Vuelle o no?

"Un caro amico, un imprenditore capace, un bravissimo presidente. Lasciamogli il tempo per prendere la decisione più opportuna. I rapporti fra noi sono ottimi, che la gente ci creda o meno."

Elisabetta Ferri