Pesaro, 30 settembre 2011 - UN PUTIFERIO su Facebook, quello messo in piedi da Daniel Hackett, che si è espresso duramente sulla trattativa della Virtus con l’asso dei Lakers. Dieci righe in cui si legge sostanzialmente: «Spero di cuore che Kobe Bryant non si abbassi mai a questi livelli per motivi economici e commerciali, per me vederlo qui in queste circostanze sarebbe una grossa delusione. Spero che la nostra società non accetti di regalare metà dell’incasso alla Virtus per pagare un giocatore strapagato che non ha bisogno dei soldi della nostra gente. Ho da spendere 5 falli e saranno i più duri che abbia mai speso se davanti a me c’è il n.24».

Un po’ di chiarezza sull’obiettivo della sua invettiva non guasta, anche perché Daniel a Los Angeles è cresciuto nel mito di Kobe: «Ho profondo rispetto e stima per Bryant che ritengo il giocatore più forte al mondo dopo Jordan. Forse sulla frase dei falli ho esagerato, ma quei pensieri vengono dal mio personale fastidio per come si sta sviluppando questa situazione: nuovi sponsor che si mobilitano, il signor Sabatini che chiede di dividere l’incasso delle partite in trasferta agli altri club. Ho la sensazione che Kobe venga usato come una merce e che questa sia solo un’operazione commerciale. Mentre la trattativa che ha portato Gallinari a Milano, nel club che è già stato il suo, è stata più naturale, l’Armani ha agito per conto suo, in maniera discreta. Se Bryant vuole venire in Italia per il suo passato, allora lo faccia in modo sano. Le squadre che accetteranno le condizioni del signor Sabatini, affrontando una Virtus con Kobe in campo, probabilmente perderanno i due punti oltre alla metà dell’incasso. Non mi dite che tutto questo non falserebbe il campionato». La schiettezza di Daniel Hackett è sempre stata la sua caratteristica: al mondo stabilire se questo è un limite o una qualità.