"Corsa, carattere e voglia di osare Questa è la Vuelle di coach Repesa"

Tambone primo nella speciale classifica dei giocatori più influenti: "So cosa vuole il tecnico da me"

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Tambone è il fido scudiero di Repesa, l’uomo finora più utilizzato con 33 minuti di media. Questa fiducia l’aiuta a rendere al meglio?

"Con il coach ho un ottimo rapporto, lui riesce veramente a mettere a suo agio tutti. Da fuori sembra un omone grande e grosso che mette paura, in realtà non trasmette ansia a nessuno, è sempre positivo. Pretende tanto, questo sì, ma un giocatore non può certo spaventarsi per questo. Io lo conosco da più tempo, so che quello che vuole, come posizionarmi in difesa e quale giocata vorrebbe che chiamassi, questo mi rende le cose più semplici".

I numeri della Lega Basket dicono che Tambone è primo nella voce del plusminus, fra l’altro la statistica preferita da Repesa, che evidenzia quanto la presenza di un giocatore in campo influenzi l’andamento del punteggio: lo sapeva?

"Non sapevo di essere il migliore in questa voce e ne sono contento. Io cerco sempre di essere aggressivo in difesa e di passare bene la palla in attacco, cercando di capire quando essere più incisivo nel playmaking e quando è il momento di prendersi un tiro. E comunque, anche quando il tiro non entra, non deve venire meno la leadership: Repesa vuole che prendiamo iniziative senza farci troppo condizionare da un errore, se c’è spazio non bisogna aver timore. Ci chiede soprattutto di correre per sorprendere le difese avversarie".

Due vittorie e l’entusiasmo è già schizzato alle stelle: bisogna godersela o gettare acqua sul fuoco?

"Si respira una grande atmosfera e credo che vada sfruttato il momento, non per cullarsi sugli allori ma per allenarsi ancora più duramente e con convinzione. Abbiamo fatto vedere del buon basket, ma per ora non abbiamo fatto altro che prenderci quattro punti, la stagione è appena agli inizi quindi dobbiamo comunque rimanere tranquilli e cercare di migliorare dove siamo più carenti, ad esempio sui rimbalzi difensivi".

Se l’aspettava una partenza del genere?

"Avevo già detto prima del via che ritenevo questa squadra la più completa da quando sono a Pesaro, sia per capacità individuali e coralità del gruppo, che è davvero molto solido. Ma non dobbiamo rilassarci".

Un gruppo dove manca ancora Delfino, cosa potrà cambiare poi?

"L’assenza di Carlos, nonostante due belle vittorie, si sente e non vediamo l’ora di alzare il nostro livello di gioco con il suo ritorno in campo".

Sabato a Tortona, previsioni?

"Sarà una sfida difficilissima, anche per il fatto che coach Ramondino prepara bene le partite su ogni schema avversario. Ci assomigliano nello stile di gioco perché con Cain e Filloy usano spesso l’end-off con il lungo che esce, come da noi Kravic. In più è una piazza molto appassionata e ci aspetta un palasport gremito, quindi anche l’aspetto ambientale avrà il suo peso".

A proposito di ambiente, è piaciuto molto il saluto per mano verso il pubblico dopo la vittoria su Venezia: di chi è stata l’idea?

"Di Repesa. Il suo sogno è risvegliare l’amore dei pesaresi per il basket e mi sembra che ci stia riuscendo, è bello giocare davanti a tanta gente entusiasta e partecipe".

Elisabetta Ferri