Il nuovo play targato Usa Se andasse male c’è Filloy

A fine mese si gioca la Supercoppa: Carpegna Prosciutto inserita. nel girone con Roma, Sassari e Brindisi. Porte chiuse e niente stampa.

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Sembra di essere finiti all’interno di un racconto di Kafka per come sta evolvendo e prendendo forma questo campionato. Il tutto in un anno dove si echeggia, sempre da più parti, un ritorno di antichi amori. Tifosi persi che tornano a ripensare di fare l’abbonamento per tornare a vedere il basket. Amori sopiti che si rinverdiscono. Il tutto all’interno di una stagione che sta prendendo il via in mezzo a decisioni non prese e altre prese male, protocolli sicurezza che vanno e vengono.

La prima storia che emerge è questa: per festeggiare i 50 anni della federazione è stato organizzato un torneo, la Supercoppa, con tutte le formazioni di massima serie per la fine di agosto. Pesaro è stata inserita in un girone con Sassari, Brindisi e Roma. Si gioca andata e ritorno dentro palazzetti vuoti, senza la presenza di giornalisti e non si sa nemmeno se ci saranno le riprese televisive. Kafka? Un ragazzo. Questo è quello che passa il convento del basket, tenendo conto che da dopodomani sono in programma le visite mediche per i giocatori della Carpegna Prosciutto. Cain e Massenat che arrivano dagli Stati Uniti come sono messi? Fanno la quarantena o bastano i tamponi? Una situazione assurda, che allunga i tempi fino all’inizio del campionato perché molto probabilmente le prime tre partite, fermo restando le attuali disposizioni, verranno disputate a porte chiuse. Poi si vedrà.

Uscendo fuori dal labirinto della follia, la formazione pesarese, messo a posto il ruolo di pivot, è ora sopra a quello del play. S’era capito fin dalle prime batture di Repesa a Pesaro, che la scelta legata al regista viaggiava a doppio filo a quella del centro. Chiusa una casella con la firma di Tyler Cain ora si passa alla fase più delicata della situazione: l’unico nome che sta emergendo - e non da oggi - è quello di Ariel Filloy (nella foto con Austin Daye), giocatore argentino che lo scorso anno a Venezia ha avuto un basso minutaggio pare dovuto a problemi di rapporti interni alla squadra veneziana. Comunque un atleta esperto con punti nelle mani, che ha vestito anche la maglia della Nazionale azzurra perché ha doppio passaporto. Se viene o non viene, non si è ancora capito. Ma va detto che la prima scelta in questo momento è un play americano che nel giro di 48 ore potrebbe chiudere il contratto. Si parla di un giocatore di esperienza e che già conosce il nostro campionato. Altre cose non filtrano. Per cui Filloy resta nel taccuino di Cioppi ma come una delle possibile opzioni nel caso non si riesca a trovare l’accordo con il play americano. perché un play americano al posto di Filloy? Una delle risposte arriva dallo stipendio dell’argentino che a Venezia viaggiava sopra i 200mila dollari l’anno "anche se attualmente ha di molto abbassato le sue pretese".

Per tornare a simili stipendi per un giocatore, occorre tornare indietro di diversi anni e cioè a prima che scoppiasse la lunga fase delle carestie. Il tutto tenendo conto conto che nel ruolo di play può giocare anche Tambone, che nasce appunto come play anche se lo scorso anno è stato utilizzato più nel ruolo di guardia.

m.g.