Il pendolino di Vismara al lavoro ma compare anche Sosa junior

Tomas, figlio del Pampa che segnò a Pesaro con la maglia del Napoli, in evidenza per personalità

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La prima di Rossoni, emozionato come nel più bel primo giorno di scuola. Ma anche tanta intensità e una presenza di quelle che non passano inosservate. Sì, perché in riva all’Adriatico è sbarcato Tomas Sosa, figlio di quel Pampa Sosa che, manco a farlo a posta, segnò al "Benelli" con la maglia del Napoli, nel lontano 2005.

Corsi e ricorsi storici quanto mai attuali. E c’è chi in tribuna ha già battezzato l’attaccante ormai ex Defensa y Justicia (Primera Division argentina) con un soprannome d’impatto: "El Pampito".

Sosa è un classe 2001 con passaporto italiano (è nato a Udine), e l’ufficialità dell’operazione, curata dall’intermediario De Santis e supportata dall’agente del giocatore Alvarez, dovrebbe arrivare a stretto giro.

Nel suo primo allenamento, il figlio dell’ex pioniere del Napoli di De Laurentiis ha mostrato personalità, buona fisicità e discreto tocco di palla. Sempre pungolato da mister Sassarini e dal suo staff, come anche dai suoi nuovi compagni, senatori inclusi. Ma anche spronato dai tifosi, mai così tanti dal ritorno in Serie C: poco più di una cinquantina, un’enormità in confronto alla passata stagione, quando la disaffezione della città nei confronti della squadra era palpabile e sconfortante.

Chi ha fatto vedere ottimi colpi è Marcandella, uno che dalle parti di via Simoncelli, nonostante un utilizzo incostante, ha mostrato di avere grandi qualità. Nel novero dei bravi rifinitori spunta anche il Viola Egharevba. In campo, come ormai da inizio ritiro, è comparso il tandem Bosco-Menga, anche se c’è da giurare che il direttore dell’area tecnica sia sempre più impegnato in operazioni di mercato. Il telefono non di rado incollato all’orecchio lo testimonia.

Intanto, sul fronte amichevoli, la società di via Simoncelli sarebbe orientata a costruire un percorso in crescendo, da impegni meno probanti a match contro club di A e B.

Un paio di test ci saranno di certo in Trentino (i tifosi si stanno organizzando per seguire la squadra), mentre durante la seconda fase del ritiro la squadra assaporerà il campo almeno due volte. Quel campo, molto probabilmente non sarà il "Benelli": il manto necessita di un lavoro consistente. Negli ultimi giorni si sono visti mezzi transitare sul campo principale, un buon segnale per il futuro prossimo, anche perché il gioco di Sassarini non può prescindere da un terreno in ottime condizioni.

Riccardo Spendolini