"Il segreto della Vuelle? Sapersi adattare"

Leonardo Totè racconta il travolgente successo di Brindisi: "Leggiamo le varie situazioni e abbiamo tutti la stessa mentalità"

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di Elisabetta Ferri

Totè come si sente dopo la miglior partita in maglia Vuelle?

"Mi sento molto motivato, a Brindisi sono stato trascinato dall’impeto della squadra, partita come un treno, con quel 16-0 da record che ha mandato subito un segnale forte all’avversario".

Com’è nata questa prestazione così completa, non solo frutto dei balzi a schiacciare i palloni volanti che le arrivano?

"E’ stato merito dei miei compagni, che hanno fatto molto per coinvolgermi e stavolta ho usato più la tecnica dell’atletismo. La nostra forza è proprio quella di adattarci alle varie situazioni. Durante la preparazione abbiamo capito che contro la Happy Casa, squadra molto fisica, era più vantaggioso puntare sulla tecnica. Volevamo anche rallentare un po’ il ritmo affrontando la formazione che segna più punti in contropiede ed anche quella che serve meno assist, poiché puntano molto sull’uno contro uno. Abbiamo lavorato su questo e all’inizio gli abbiamo impedito queste situazioni mettendoli subito in difficoltà".

Cosa le è piaciuto di più di questo travolgente vittoria?

"Che abbiamo tirato con la percentuale da tre punti più bassa dell’anno sin qui eppure abbiamo vinto largamente. Abbiamo saputo puntare su altro, per questo dico che il nostro punto forte è saper leggere le partite: la squadra ha cercato i lunghi, il gioco interno dove sia io che Kravic volevamo dare una risposta dopo la faticaccia contro Milano. Siamo due lunghi dinamici, a cui piace essere serviti in movimento".

Quanto è contata l’uscita prematura dal campo di Perkins?

"Bè chiaramente la sua espulsione è stata la mazzata finale per Brindisi, però in precedenza lo avevamo limitato parecchio togliendogli possessi e canestri facili e lui si è innervosito. Avevamo puntato molto sulla sua marcatura e il piano partita è riuscito".

Le Final Eight si avvicinano, ne parlate mai apertamente oppure lavorate a testa bassa senza pensarci?

"Questa squadra è molto convinta di quello che vuole e noi vorremmo arrivarci a Torino, abbiamo le carte in regola per riuscirci. Sappiamo che se giochiamo uniti, come stiamo facendo, possiamo competere con tutti e abbiamo dato dei segnali importanti vincendo tre volte in trasferta dove stiamo facendo benissimo. Adesso è il momento di dare continuità anche in casa e faremo cose belle".

Come sta andando l’inserimento di Gudmundsson? E cosa penseranno alla Fortitudo vedendo tre dei loro ex fare così bene pochi mesi dopo?

"Conoscendolo già sapevo quello che avrebbe portato: lui è uno che si sacrifica per la squadra, e capisce il gioco. Sull’altra questione rispondo che il contesto in cui vengono messi i giocatori fa la differenza e soprattutto conta l’incastro giusto fra loro. Noi combaciamo tutti, per stile e mentalità, compreso Gudmundsson".

Come procede il rientro di capitan Delfino? E che fa Tambone?

"Carlos sta bene, in allenamento questa settimana si è sentita subito la sua presenza, la sua conoscenza del gioco, porterà ancora più qualità. Tambo ci sostiene anche da infortunato, è sempre presente agli allenamenti e lavora come un matto fra pesi e riabilitazione, non riesce a star fermo: lo aspettiamo".

Dal debutto in poi avete portato al palas ben 1.700 spettatori in più: che effetto fa?

"E’ una gioia sapere che i tifosi sono aumentati, ma bisogna meritarsela la fiducia ed è normale che vincendo poi la gente arriva, ma credo sia merito anche del fatto che giochiamo una bella pallacanestro. Domenica vogliamo dare soddisfazione anche a chi viene al palas, perché dopo il successo su Venezia si è divertito di più chi ci ha seguito lontano da Pesaro".