Il sindaco Ricci: "La tribuna coperta intitolata a Ghiandoni"

Il campo spalato dalla neve, le iniezioni ricostituenti dopo lo spareggio perso, la fuga clandestina a Trieste: una grande passione

Un anno (quasi) senza Alberto Ghiandoni. Il 5 marzo dell’anno scorso moriva un simbolo della tifoseria della Vis. Per ricordarlo il sindaco Ricci annuncia che "gli sarà dedicata la tribuna centrale". Già, perché quella era la tribuna in cui Ghiandoni ha trascorso gli ultimi vent’anni, seduto sul suo cuscinetto biancorosso, con il capello elettrizzato dalle (molte) sofferenze e (poche) gioie calcistiche e l’immancabile suono gutturale che arrivava fino al campo: "Animo Vis". Ghiandoni è stato per settant’anni colui che ti portava l’abbonamento a casa che tanto lo dovevi prendere, il presidente del Vis club, il tipografo del giornalino "Il Biancorosso", ha perfino spalato il campo dalla neve pur di consentire alla sua squadra di scendere in campo. Bastino due episodi per ricordarlo: 14 maggio 1984, la Vis perde (ai rigori, dopo undici palle gol fallite nei tempi regolamentari) al "Dorico" di Ancona lo spareggio con il Monturano per tornare in serie D. I 1500 tifosi sono avviliti, Ghiandoni di più: casca in depressione. "Aiuto, soffro troppo", diceva. Ogni giorno per una settimana l’infermiere Virgilio Caldari (altro grande tifoso che con Ghiandoni raccoglieva fondi per la società) gli fa iniezioni di ricostituenti. 18 ottobre 1992: Ghiandoni fino a pochi giorni prima è ricoverato all’ospedale per gravi problemi cardiaci, gli applicano un pass maker, il dottor Bocconcelli si raccomanda: "Si riguardi, il suo cuore non deve affaticarsi, vietato andare in trasferta, promesso?". "Promesso", risponde Ghiandoni che però domenica mattina 18 ottobre non si trova più. Dov’é? A Trieste a incitare la squadra nella storica vittoria all’inaugurazione del "Rocco " di fronte a 30mila persone. Un anno senza Ghiandoni e lo stadio non a caso è rimasto chiuso (anche se per Covid). Aveva un sogno. "La B prima di morire". Non ce l’ha fatta. Ma se un giorno il presidente Bosco gliela regala lui in qualche modo si farà sentire.

d.e.