La Vis dà i sette giorni al tecnico Di Donato

Con otto sconfitte su dodici partite l’allenatore si gioca tutto con il Modena, la squadra ieri a confronto negli spogliatoi per tutta la mattina

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"Di Donato, quando comincia il tuo campionato?". La domanda, impressa nello striscione affisso dai tifosi fuori dal cancello del Benelli, resta senza risposta. Sappiamo però che per lui non finirà questa settimana. La società è intenzionata a concedere all’allenatore abruzzese almeno un’altra chance: la partita con il Modena di sabato prossimo. Non certo l’occasione più propizia per sbloccare una situazione che si va facendo sempre più pesante (4 sconfitte di fila, 8 sotto la sua gestione, 12 in totale) ma a questo punto ogni partita è una battaglia, ogni avversario vale l’altro. E se le rivali per la salvezza sottraggono punti alle prime, la Vis deve dimostrarsi capace di fare altrettanto.

Il nostro campionato comincia alla prossima, è costretto a ripetersi dentro di sé l’allenatore, sapendo però che difficilmente ci sarà un’altra prossima in assenza di punti. Ieri mattina la squadra si è ritrovata allo stadio Benelli, sferzato da una pioggia battente. Doveva essere giorno di allenamento, invece è stato solo confronto interno, tra staff tecnico e giocatori: luci accese a lungo nello stanzone, tra autocritica, prese d’atto (la Vis è la sua classifica) e voglia di rimboccarsi le maniche. Sopra tutto, pesa però un’assenza in un momento così delicato: quella della società. Domenica sera, al ritorno dalla trasferta di Legnago, sono stati i giocatori più ‘anziani’ (capitan Gennari, Lazzari, Marchi, più indietro tutti gli altri) a fronteggiare i tifosi esasperati di là dal cancello, cercando di dare qualcuna delle risposte che essi chiedevano. "Ma quali armi dialettiche volete che abbiamo in questo momento – il messaggio ai tifosi – quando contano solo i risultati e pur con tutti gli sforzi non si riesce a venirne fuori". Difficile anche inculcare il senso di appartenenza e di responsabilità, dentro una squadra fatta per larghissima parte di gente nuova e per buona parte di under. Gente che non ha mai vissuto queste situazioni, che non ha ancora capito che ogni punto va lottato con il coltello tra i denti. Si diceva della società. La proprietà è Pesaro. Dopo le uscite di Borozan e Crespini, rimane il solo Alessio Peroni, team manager promosso al ruolo di responsabile di un’area tecnica piuttosto confusa, come dimostra il mercato in atto, con gli arrivi di un regista (Tassi) che si è rotto subito, di un portiere under (Ndiaye) che di fatto non lo è (in quanto straniero), di un attaccante e due difensori sul livello dei predecessori. Un mercato oltretutto al risparmio, visto il saldo attuale dei contratti. Con giocatori dati un giorno in partenza e il

giorno dopo trattenuti, non avendo reperito i sostituti. Per non dire della gestione degli under: la Vis è rimasta tra le pochissime a schierarli con ostinazione, anche in numero abnorme (vedi gli 8 contro il Mantova), anche in ruoli non del tutto appropriati, vedi Stramaccioni a Legnago. Servirebbe la società in questo momento. Servirebbe tracciare la rotta, mandare segnali concreti della volontà di salvezza e di futuro, incoraggiare, motivare e proteggere il gruppo. E tutto questo non può certo ridursi al silenzio stampa. r.s.