La Vis in ginocchio, Sassarini è a rischio

Altro tonfo in casa con il Gubbio, squadra debole in ogni reparto e partita chiusa nel primo tempo. Il tecnico potrebbe pagare per tutti

VIS

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GUBBIO

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VIS (3-4-3): Farroni; Rossoni, Gavazzi (1’ st Bakayoko), Cusumano; Ghazoini, Valdifiori (1’ st Coppola), Aucelli (37’ st Garau), Borsoi; Sanogo (1’ st Nina), Di Paola (1’ st Pucciarelli), Fedato. All. Sassarini. A disp. Campani, Nicoli, Zoia, Ngom, Egharevba, Cavalli.

GUBBIO (3-4-1-2): Di Gennaro; Portanova (36’ st Signorini), Redolfi, Bonini; Morelli, Rosaia (28’ st Francofonte), Bulevardi, Semeraro; Arena (18’ st Toscano); Vasquez (36’ st Spina), Mbakogu (18’ st Di Stefano). All. Braglia. A disp. Meneghetti, Bontà.

Arbitro: Turrini di Firenze.

Reti: 26’ pt Morelli, 34’ pt Vasquez, 44’ pt Mbacogu, 40’ st Spina.

Note: Serata fredda e umida, terreno molto pesante, spettatori un migliaio (140 ospiti): paganti 361, abbonati 598, incasso totale 7.412 euro; ammoniti Cusumano, Nina, Semeraro; angoli 3-1; recupero 2’ + 1’.

Decine di tifosi vissini abbandonano il Benelli alla fine del primo tempo. Se ogni limite ha una pazienza, per dirla alla Totò, la Vis di limiti ne ha ormai superati parecchi. In negativo. Nona gara senza vittoria, quarta sconfitta nelle ultime sei, quarta goleada al passivo, anche questa in una sfida sentita. Se non è ancora zona playout, è comunque buio pesto. Al peggior attacco del girone, ora si abbina la seconda peggior difesa. Inutile dire che la posizione di Sassarini si fa molto precaria. Sull’infame terreno del Benelli in versione invernale, il tecnico ligure se la gioca tatticamente a specchio, anzi avanza la posizione di Di Paola a comporre un tridente pressoché puro. E si vede subito che la Vis non regge il confronto, perde ogni duello individuale e non può alimentare il reparto avanzato. Anche perché un conto è appoggiarsi su Vasquez e Mbakogu, un altro sulla piuma Sanogo (schierato al posto del febbricitante Cannavò) e su un Di Paola che attaccante non è. Il solo Fedato, mobile e molto motivato in veste di ex, non può bastare. Gli esterni di casa arrancano, i centrali non respirano, la difesa va subito sotto pressione. La forza fisica, la qualità tecnica, l’organizzazione eccellente consentono agli ospiti di esprimere tutta la loro forza d’urto.

Prima ancora di segnare, il Gubbio ha già concluso sei volte, e quattro sono palle gol. Si comincia con un palo di testa Bulevardi, liberato da una spizzata di Gavazzi, si prosegue con un destro di Mbakogu sventato da Farroni. E poi Mbakogu che imbecca Vasquez in ritardo di un niente. E un salvataggio in extremis di Cusumano. Gol a questo punto inevitabile: Arena sull’out vince il contrasto con Valdifiori, salta netto Aucelli e taglia l’assist perfetto per il piatto comodo di Morelli. Azione esemplare, come tutto quel che segue. Il 2-0 è un lancio per Vasquez che va all’uno contro uno con Rossoni e ne sfrutta l’indugio fatale mettendolo a sedere per poi trafiggere Farroni. A questo punto la gara è segnata e la curva vissina parecchio alterata. La Vis non riesce neppure ad andare al riposo limitando i danni (si fa per dire) perché i rossoblù girano il coltello nella piaga: Mbakogu imposta sulla sua trequarti, pesca Vasquez nello spazio e va a riceverne l’assist scaraventando un destro micidiale sotto l’incrocio. Tifoseria ospite in delirio.

Il secondo tempo sarebbe pura accademia, se non montasse il

nervosismo e fioccassero le ammonizioni. Anche perché il Gubbio non concede neppure una resa onorevole. La Vis, con quattro innesti nell’intervallo, Pucciarelli compreso, meriterebbe il gol se Bakayoko non centrasse il palo sulla punizione di Fedato (nono legno stagionale per i pesaresi) e se lo stesso Fedato non vedesse negarsi la soddisfazione personale dopo un numero in palleggio da un prodigioso intervento di Di Gennaro. Insaziabile, il Lupo eugubino, degno dei primissimi posti, azzanna ancora con Spina nel più classico dei contropiedi, cosicché il rovescio vissino si fa più umiliante. E tocca riscrivere anche la storia di questo confronto, nel quale la Vis vantava una tradizione piuttosto favorevole. Ultima spiaggia Imola, tra pochi giorni. Se non succede qualcosa prima.